Il 19 febbraio 2016 è morto Umberto Eco, uno dei più alti rappresentanti della cultura contemporanea. 84 anni, si è spento nella sua casa di Alessandria.
Nel 1980 ha pubblicato il romanzo d'esordio "Il nome della rosa", diventato in poco tempo un best-seller internazionale, tradotto in 47 lingue e portato al cinema nel 1986 dal regista Jean-Jacques Annaud e con Sean Connery come protagonista. Sulla stessa scia altri libri di successo, tra cui "Il pendolo di Foucault" e "Il cimitero di Praga", che alternano leggende o fatti storici reali, incentrati su temi filosofici (come l'esistenza di Dio, l'universo, il vuoto) e su aspetti legati al mistero.
Semiologo, filosofo, esperto e studioso dei mezzi di comunicazione di massa, romanziere e docente universitario. Professore ordinario presso l'Ateneo di Bologna – dove ha insegnato al Dams, ispirato la nascita del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione nel 1993 e pochi anni dopo della Scuola Superiore di Studi Umanistici – ma soprattutto il legame con il Titano, dove nel 1988 ha fondato il Dipartimento della Comunicazione, portando di fatto l'Università a San Marino. Dal 2008 è stato professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell'Università di Bologna, mentre nel 2010 è divenuto socio dell'Accademia dei Lincei, per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche. Nel 2015 ha dato alle stampe il settimo romanzo, "Numero Zero", edito da Bombiani e in cui è ripercorsa la storia politico-giudiziaria dell'Italia del secolo scorso.
La sua presenza sul Titano in molteplici occasioni, da quelle istituzionali (come oratore della Cerimonia d'Investimento dei Capitani Reggenti Marino Venturini e Ariosto Maiani nel 1986 [vedi foto]) a quelle strettamente legate al mondo accademico. Tra le ultime iniziative, le Lectures On Memories e l'aver promosso l'acquisizione da parte dell'Università del Fondo Young, una delle più ricche collezioni sul tema della memoria e della mnemotecnica oggi esistenti.
Nel 1980 ha pubblicato il romanzo d'esordio "Il nome della rosa", diventato in poco tempo un best-seller internazionale, tradotto in 47 lingue e portato al cinema nel 1986 dal regista Jean-Jacques Annaud e con Sean Connery come protagonista. Sulla stessa scia altri libri di successo, tra cui "Il pendolo di Foucault" e "Il cimitero di Praga", che alternano leggende o fatti storici reali, incentrati su temi filosofici (come l'esistenza di Dio, l'universo, il vuoto) e su aspetti legati al mistero.
Semiologo, filosofo, esperto e studioso dei mezzi di comunicazione di massa, romanziere e docente universitario. Professore ordinario presso l'Ateneo di Bologna – dove ha insegnato al Dams, ispirato la nascita del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione nel 1993 e pochi anni dopo della Scuola Superiore di Studi Umanistici – ma soprattutto il legame con il Titano, dove nel 1988 ha fondato il Dipartimento della Comunicazione, portando di fatto l'Università a San Marino. Dal 2008 è stato professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell'Università di Bologna, mentre nel 2010 è divenuto socio dell'Accademia dei Lincei, per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche. Nel 2015 ha dato alle stampe il settimo romanzo, "Numero Zero", edito da Bombiani e in cui è ripercorsa la storia politico-giudiziaria dell'Italia del secolo scorso.
La sua presenza sul Titano in molteplici occasioni, da quelle istituzionali (come oratore della Cerimonia d'Investimento dei Capitani Reggenti Marino Venturini e Ariosto Maiani nel 1986 [vedi foto]) a quelle strettamente legate al mondo accademico. Tra le ultime iniziative, le Lectures On Memories e l'aver promosso l'acquisizione da parte dell'Università del Fondo Young, una delle più ricche collezioni sul tema della memoria e della mnemotecnica oggi esistenti.
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