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24 luglio 1984: ritrovate a Livorno le tre pietre scolpite attribuite a Modigliani

24 lug 2017
24 luglio 1984: ritrovate a Livorno le tre pietre scolpite attribuite a Modigliani
24 luglio 1984: ritrovate a Livorno le tre pietre scolpite attribuite a Modigliani
Fu una beffa colossale di risonanza mondiale: nella calda estate del 1984 - il 24 luglio - tre sculture sono ritrovate in un canale a Livorno, e gli esperti e i critici d’arte, da Giulio Carlo Argan a Cesare Brandi, sono tutti unanimi nel attribuire le sculture opere dello scultore Amedeo Modigliani.

Livorno, città natale dell’artista, in quel periodo, commemora l’attività di scultore di Modigliani in occasione del centenario della nascita. Al museo d’arte moderna di Villa Maria sono in mostra 4 delle 26 teste di Modigliani e la direttrice del museo e curatrice della mostra, Vera Durbé con la collaborazione del fratello Dario, sovrintendente alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, decide di accreditare una vecchia leggenda: Modigliani avrebbe gettato nei fossi livornesi quattro sculture perché da lui stesso ritenute insoddisfacenti. Inizia quindi la dragatura dei canali, un’operazione con grande risonanza nei media.

Tre studenti universitari livornesi Michele Ghelarducci, Pietro Luridiana e Pierfrancesco Ferrucci sono in vena di scherzi; Decidono di scolpire una testa con tratti duri e lunghi tipici di Modigliani, e gettarla nei fossi. Più tardi dicono: “Visto che non trovavano niente, abbiamo deciso noi di fargli trovare qualcosa!”.

La scavatrice, finanziata dal comune di Livorno, da 7 giorni ha perlustrato i fossi senza risultati. Poi l’ottavo giorno accade “il miracolo”; sotto i riflettori delle troupe televisive le ruspe agguantano la testa.

Per quaranta giorni l’altezzoso mondo dell’arte grida al capolavoro. Poi i falsari decidono di confessare tutto in un’intervista a Panorama e il settimanale pubblica alcune foto scattate dei tre studenti in un giardino nel momento stesso in cui compiono l’opera.

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