Nel 1902 tre consiglieri riformisti presentarono una richiesta finalizzata all'istituzione del referendum per esercitare un controllo sul Consiglio. La richiesta venne respinta, sostenendo che San Marino era già dotato dell'istituto dell'Arengo. Così, nel 1903 socialisti e moderati si unirono nell'Associazione democratica sammarinese con una piattaforma programmatica caratterizzata da riforme economiche, sociali e politiche, tra cui il ripristino dell'arengo che dall'affermazione del potere oligarchico era divenuto un organo puramente simbolico.
Il Consiglio continuò a negare la convocazione dell'Arengo, mentre l'associazione guadagnava consenso tra la popolazione. Nel 1905 le dimissioni di sette consiglieri riformisti e la massiccia partecipazione popolare a un'assemblea indetta per la verifica dell'opinione pubblica sul tema spinse il Consiglio a deliberare la convocazione dell'Arengo il 16 novembre 1905.
L'arengo venne convocato il 25 marzo 1906 nella Pieve e registrò la partecipazione di 805 capifamiglia. Un'ampia maggioranza deliberò per rendere elettivo il Consiglio ed imprimere una svolta modernizzatrice al Paese.
In seguito a tale esito, il 10 giugno si svolsero le prime elezioni politiche moderne della Repubblica. Il diritto di voto venne riconosciuto solamente ai capifamiglia e ai laureati. La consultazione vide l'affermazione delle forze democratiche e il Consiglio risultò rinnovato grazie all'immissione al suo interno di parecchi nuovi consiglieri scelti direttamente dalla popolazione.
Il Consiglio continuò a negare la convocazione dell'Arengo, mentre l'associazione guadagnava consenso tra la popolazione. Nel 1905 le dimissioni di sette consiglieri riformisti e la massiccia partecipazione popolare a un'assemblea indetta per la verifica dell'opinione pubblica sul tema spinse il Consiglio a deliberare la convocazione dell'Arengo il 16 novembre 1905.
L'arengo venne convocato il 25 marzo 1906 nella Pieve e registrò la partecipazione di 805 capifamiglia. Un'ampia maggioranza deliberò per rendere elettivo il Consiglio ed imprimere una svolta modernizzatrice al Paese.
In seguito a tale esito, il 10 giugno si svolsero le prime elezioni politiche moderne della Repubblica. Il diritto di voto venne riconosciuto solamente ai capifamiglia e ai laureati. La consultazione vide l'affermazione delle forze democratiche e il Consiglio risultò rinnovato grazie all'immissione al suo interno di parecchi nuovi consiglieri scelti direttamente dalla popolazione.
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