Il 27 gennaio si celebra la Giornata Internazionale della Memoria, per commemorare le vittime dell'Olocausto.
La scelta di questo giorno si deve al 27 gennaio del 1945, quando le truppe sovietiche della Prima Armata del Fronte Ucraino, al comando dal maresciallo Konev, abbatterono i cancelli di Auschwitz, trovandosi di fronte ai sopravvissuti allo sterminio.
L'ispezione della zona fece emergere le prime tracce dell'orrore consumato dai nazisti, nonostante il capo delle SS Himmler avesse dato l'ordine di evacuare i prigionieri e di distruggere qualsiasi traccia dei tremendi crimini commessi. L'operazione infatti non poté essere portata a termine e molte testimonianze di quell'inferno rimasero intatte e visibili, rivelando così l'assurdità e la follia del genocidio nazista.
«Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto». Così lo scrittore rumeno Elie Wiesel, sopravvissuto all’Olocausto e Premio Nobel per la pace 1986, ricorda nelle sue memorie uno dei tanti orrori vissuti nel lager di Auschwitz. Un inferno da cui fu liberato insieme a poche migliaia di superstiti, ridotti in condizioni scheletriche, dall'arrivo delle truppe sovietiche.
Primo Levi, scrittore e chimico sopravvissuto al campo di concentramento, nei primi versi della poesia Shemà - epigrafe in Se questo è un uomo- scrisse:
«Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo,
che lavora nel fango,
che non conosce pace,
che lotta per mezzo pane,
che muore per un sì o per un no… »
Levi entrò ad Auschwitz III nel 1944, registrato con il numero 174.517, e vi rimase fino alla liberazione da parte dell'Armata Rossa, il 27 gennaio 1945.
Negli anni, le istituzioni governative e culturali lavorarono affinché le generazioni future non dimenticassero questa drammatica pagina di storia. L'UNESCO dichiarò Auschwitz Patrimonio dell'Umanità nel 1979. La Giornata della Memoria in Italia è stato istituito con la legge 211 del 20 luglio 2000 e dall'ONU con la risoluzione 60/7 del 1° novembre 2005.
La scelta di questo giorno si deve al 27 gennaio del 1945, quando le truppe sovietiche della Prima Armata del Fronte Ucraino, al comando dal maresciallo Konev, abbatterono i cancelli di Auschwitz, trovandosi di fronte ai sopravvissuti allo sterminio.
L'ispezione della zona fece emergere le prime tracce dell'orrore consumato dai nazisti, nonostante il capo delle SS Himmler avesse dato l'ordine di evacuare i prigionieri e di distruggere qualsiasi traccia dei tremendi crimini commessi. L'operazione infatti non poté essere portata a termine e molte testimonianze di quell'inferno rimasero intatte e visibili, rivelando così l'assurdità e la follia del genocidio nazista.
«Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto». Così lo scrittore rumeno Elie Wiesel, sopravvissuto all’Olocausto e Premio Nobel per la pace 1986, ricorda nelle sue memorie uno dei tanti orrori vissuti nel lager di Auschwitz. Un inferno da cui fu liberato insieme a poche migliaia di superstiti, ridotti in condizioni scheletriche, dall'arrivo delle truppe sovietiche.
Primo Levi, scrittore e chimico sopravvissuto al campo di concentramento, nei primi versi della poesia Shemà - epigrafe in Se questo è un uomo- scrisse:
«Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo,
che lavora nel fango,
che non conosce pace,
che lotta per mezzo pane,
che muore per un sì o per un no… »
Levi entrò ad Auschwitz III nel 1944, registrato con il numero 174.517, e vi rimase fino alla liberazione da parte dell'Armata Rossa, il 27 gennaio 1945.
Negli anni, le istituzioni governative e culturali lavorarono affinché le generazioni future non dimenticassero questa drammatica pagina di storia. L'UNESCO dichiarò Auschwitz Patrimonio dell'Umanità nel 1979. La Giornata della Memoria in Italia è stato istituito con la legge 211 del 20 luglio 2000 e dall'ONU con la risoluzione 60/7 del 1° novembre 2005.
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