La prima puntata del “Carosello” andò in onda il 3 febbraio 1957 dalle 20:50 alle 21. Il nome della nuova striscia venne suggerito da Marcello Severati, ispirato probabilmente al film musicale Carosello napoletano. Di derivazione partenopea anche il teatrino, disegnato su un bozzetto di Gianni Polidori. Autore della sigla Luciano Emmer, seguita da un rullo di tamburi e da una tipica tarantella.
Si tratta del primo programma RAI che prevedeva la trasmissione di messaggi pubblicitari, all’epoca infatti non era possibile poter fare pubblicità durante gli spettacoli TV.
Venne creato quindi un format specifico che, nel ricreare l'ambientazione teatrale, desse l'idea di proporre un mini varietà soltanto in minima parte occupato dal prodotto da reclamizzare. Le rigide regole che lo caratterizzavano furono dettate dalla SACIS (società di produzione e censore della RAI): ogni scenetta, rigorosamente in bianco e nero, poteva durare al massimo 2 minuti e 15 secondi, dei quali solo gli ultimi 35 secondi da dedicare alla reclame.
I marchi pubblicizzati nella puntata d’esordio furono "Shell", "l'Oreal", "Singer" e "Cynar, ognuno preceduto da una piccola scenetta recitata da noti attori e personaggi dello spettacolo.
In breve tempo, “Carosello” diventò un fenomeno sociale, che radunava le famiglie attorno alla TV. I grandi seguivano soprattutto gli sketch delle star del cinema e della TV come Totò, Macario, Vittorio Gassman, Mina e Nino Manfredi. I più piccoli rimanevano incantati dalle storielle di figure immaginarie come Angelino, Carmencita e soprattutto il pulcino Calimero. Un piccolo show di centotrentacinque secondi curato da grandi firme della regia del calibro di Luigi Magni, Gillo Pontecorvo, Ermanno Olmi e Sergio Leone. Tanti quindi i nomi illustri che firmarono Carosello, tra i quali anche Pupi Avati, Pier Paolo Pasolini e Federico Fellini.
Dopo aver accompagnato le serate degli italiani per vent'anni, dopo 7.261 episodi trasmessi, Carosello andò in pensione il 1° gennaio 1977, con il saluto di addio affidato a Raffaella Carrà.
Si tratta del primo programma RAI che prevedeva la trasmissione di messaggi pubblicitari, all’epoca infatti non era possibile poter fare pubblicità durante gli spettacoli TV.
Venne creato quindi un format specifico che, nel ricreare l'ambientazione teatrale, desse l'idea di proporre un mini varietà soltanto in minima parte occupato dal prodotto da reclamizzare. Le rigide regole che lo caratterizzavano furono dettate dalla SACIS (società di produzione e censore della RAI): ogni scenetta, rigorosamente in bianco e nero, poteva durare al massimo 2 minuti e 15 secondi, dei quali solo gli ultimi 35 secondi da dedicare alla reclame.
I marchi pubblicizzati nella puntata d’esordio furono "Shell", "l'Oreal", "Singer" e "Cynar, ognuno preceduto da una piccola scenetta recitata da noti attori e personaggi dello spettacolo.
In breve tempo, “Carosello” diventò un fenomeno sociale, che radunava le famiglie attorno alla TV. I grandi seguivano soprattutto gli sketch delle star del cinema e della TV come Totò, Macario, Vittorio Gassman, Mina e Nino Manfredi. I più piccoli rimanevano incantati dalle storielle di figure immaginarie come Angelino, Carmencita e soprattutto il pulcino Calimero. Un piccolo show di centotrentacinque secondi curato da grandi firme della regia del calibro di Luigi Magni, Gillo Pontecorvo, Ermanno Olmi e Sergio Leone. Tanti quindi i nomi illustri che firmarono Carosello, tra i quali anche Pupi Avati, Pier Paolo Pasolini e Federico Fellini.
Dopo aver accompagnato le serate degli italiani per vent'anni, dopo 7.261 episodi trasmessi, Carosello andò in pensione il 1° gennaio 1977, con il saluto di addio affidato a Raffaella Carrà.
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