Poco dopo l'una di notte fra il 3 e 4 agosto, nella carrozza 5 del treno espresso Roma-Monaco di Baviera, denominato "Italicus", esplose un ordigno ad alto potenziale. Il convoglio passava in quel momento presso San Benedetto Val di Sambro, nel Bolognese, e la deflagrazione fu micidiale: il bilancio finale fu di 22 vittime e 48 feriti. La strage avrebbe avuto conseguenze più gravi, si ipotizza anche nell'ordine di centinaia di morti, se l'ordigno fosse esploso all'interno della Grande Galleria dell'Appennino, come preventivato. L'esplosione fece sollevare il tetto della quinta carrozza, che poi cadde frantumandosi in migliaia di schegge, mentre le lamiere si deformavano per la temperatura altissima dell'incendio che divampava.
Furono incriminati come esecutori diversi esponenti del neofascismo italiano ma l'iter processuale si è concluso con l'assoluzione degli imputati. L'attentato venne rivendicato dall'organizzazione Ordine Nero, con l'appoggio della loggia massonica P2.
La Commissione Parlamentare sulla Loggia P2 ha dichiarato in merito:
“Tanto doverosamente premesso ed anticipando le conclusioni dell'analisi che ci si appresta a svolgere, si può affermare che gli accertamenti compiuti dai giudici bolognesi, così come sono stati base per una sentenza assolutoria per non sufficientemente provate responsabilità personali degli imputati, costituiscono altresì base quanto mai solida, quando vengano integrati con ulteriori elementi in possesso della Commissione, per affermare: che la strage dell'Italicus è ascrivibile ad una organizzazione terroristica di ispirazione neofascista o neonazista operante in Toscana; che la Loggia P2 svolse opera di istigazione agli attentati e di finanziamento nei confronti dei gruppi della destra extraparlamentare toscana; che la Loggia P2 è quindi gravemente coinvolta nella strage dell'Italicus e può ritenersene anzi addirittura responsabile in termini non giudiziari ma storico-politici, quale essenziale retroterra economico, organizzativo e morale”. (Relazione di maggioranza della Commissione Parlamentare sulla Loggia P2)
Un altro triste capitolo nella trama oscura della cosiddetta strategia della tensione.
Furono incriminati come esecutori diversi esponenti del neofascismo italiano ma l'iter processuale si è concluso con l'assoluzione degli imputati. L'attentato venne rivendicato dall'organizzazione Ordine Nero, con l'appoggio della loggia massonica P2.
La Commissione Parlamentare sulla Loggia P2 ha dichiarato in merito:
“Tanto doverosamente premesso ed anticipando le conclusioni dell'analisi che ci si appresta a svolgere, si può affermare che gli accertamenti compiuti dai giudici bolognesi, così come sono stati base per una sentenza assolutoria per non sufficientemente provate responsabilità personali degli imputati, costituiscono altresì base quanto mai solida, quando vengano integrati con ulteriori elementi in possesso della Commissione, per affermare: che la strage dell'Italicus è ascrivibile ad una organizzazione terroristica di ispirazione neofascista o neonazista operante in Toscana; che la Loggia P2 svolse opera di istigazione agli attentati e di finanziamento nei confronti dei gruppi della destra extraparlamentare toscana; che la Loggia P2 è quindi gravemente coinvolta nella strage dell'Italicus e può ritenersene anzi addirittura responsabile in termini non giudiziari ma storico-politici, quale essenziale retroterra economico, organizzativo e morale”. (Relazione di maggioranza della Commissione Parlamentare sulla Loggia P2)
Un altro triste capitolo nella trama oscura della cosiddetta strategia della tensione.
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