I Capi di Stato e di governo di 35 Paesi ratificarono il punto culminante del processo di distensione avviato negli anni '60, per abbandonare il clima della guerra fredda. L'atto finale costituiva così il minimo comune denominatore fra gli interessi dell'Est e dell'Ovest ed era articolato in tre grossi capitoli: la coesistenza pacifica, la cooperazione economica e tecnica, i diritti umani. Con quegli accordi furono riconosciute e accettate le frontiere esistenti tra gli Stati europei – compresa quella che divideva la Germania in due entità politiche distinte – e, in cambio dell'implicito riconoscimento del dominio sovietico in Europa orientale, l'Urss si impegnò al rispetto dei diritti umani. Un risultato straordinario, per l'epoca, che vide San Marino e il blocco dei Paesi neutrali, giocare un ruolo di mediazione importantissimo. Oggi, Giuseppe Della Balda che del governo sammarinese dell'epoca faceva parte, invita a ritrovare lo “spirito di Helsinki” rammaricandosi del silenzio calato su questo quarantesimo.
Sentiamo Giuseppe Della Balda
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