Il sogno di una vita migliore. La schedina è un'intuizione meravigliosa di un giornalista della Gazzetta dello Sport, Massimo Della Pergola, triestino classe 1912 perseguitato perché ebreo da chi portava il fez e indossava la camicia nera. Fu lui a fondare la SISAL, Sport Italia Società a responsabilità limitata.
Nella prima schedina, del 5 maggio 1946, vi erano quattordici partite, di cui due di riserva, una colonna secca. Di quel primo foglietto colorato si stamparono 5 milioni di copie ma se ne giocarono appena 34 mila. Costo della giocata, 30 lire. Il primo vincitore risponde al nome di Emiliano Blasetti, impiegato di Milano, che snocciola tutta la sequenza perfetta e incassa la bellezza di 463.846 lire, un'enormità se si pensa che in quegli anni la busta paga di un operaio generico non superava le 25.000 lire. Non è un inizio esaltante, ma la febbre del gioco sale. Così nel 1948 lo Stato nazionalizza d'imperio la schedina, che battezza Totocalcio, salutando con una stretta di mano i suoi inventori.
Nella prima schedina, del 5 maggio 1946, vi erano quattordici partite, di cui due di riserva, una colonna secca. Di quel primo foglietto colorato si stamparono 5 milioni di copie ma se ne giocarono appena 34 mila. Costo della giocata, 30 lire. Il primo vincitore risponde al nome di Emiliano Blasetti, impiegato di Milano, che snocciola tutta la sequenza perfetta e incassa la bellezza di 463.846 lire, un'enormità se si pensa che in quegli anni la busta paga di un operaio generico non superava le 25.000 lire. Non è un inizio esaltante, ma la febbre del gioco sale. Così nel 1948 lo Stato nazionalizza d'imperio la schedina, che battezza Totocalcio, salutando con una stretta di mano i suoi inventori.
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