L'invenzione del telefono elettrico è ufficialmente attribuita al fiorentino Antonio Meucci che nel 1871 dimostrò il funzionamento del suo apparecchio chiamato "telettrofono". Meucci però non aveva i soldi per rinnovare il brevetto al suo modello e secondo alcuni in Italia l'invenzione gli fu "scippata" da Alexander Graham Bell. Le comunità scientifiche continuano a dividersi sull'attribuzione della paternità dell'invenzione e ad oggi la questione non è ancora ben definita.
Da parte sua Bell si era dedicato fin da piccolo agli studi di acustica e sull'emissione della voce. Il suo interesse per le problematiche connesse alla comunicazione verbale era maturato dalle esperienze familiari: il padre e il nonno erano professori di dizione e la madre era sordomuta. Su quest'ultima testò i suoi primi apparecchi finalizzati alla rieducazione dei sordomuti all'uso della voce.
Bell brevettò il suo primo telefono il 7 marzo 1876 e l'episodio gli spalancò le porte del successo economico. Fondò una compagnia telefonica a cui diede il suo nome e portò il telefono in giro per il mondo estasiando sovrani e capi di Stato, tra cui la regina Vittoria.
Da parte sua Bell si era dedicato fin da piccolo agli studi di acustica e sull'emissione della voce. Il suo interesse per le problematiche connesse alla comunicazione verbale era maturato dalle esperienze familiari: il padre e il nonno erano professori di dizione e la madre era sordomuta. Su quest'ultima testò i suoi primi apparecchi finalizzati alla rieducazione dei sordomuti all'uso della voce.
Bell brevettò il suo primo telefono il 7 marzo 1876 e l'episodio gli spalancò le porte del successo economico. Fondò una compagnia telefonica a cui diede il suo nome e portò il telefono in giro per il mondo estasiando sovrani e capi di Stato, tra cui la regina Vittoria.
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