Dopo gli equilibri disegnati dalle elezioni politiche del 1976, il Parlamento si presentò spaccato in due quando giunse il voto sul nuovo Capo di Stato. Il braccio di ferro tra il PCI di Enrico Berlinguer e la DC guidata dal segretario Benigno Zaccagnini si tradusse in un'impasse sul voto che si protrasse per 15 scrutini, durante i quali i due nomi che raccolsero maggiore consenso furono quelli del comunista Giorgio Amendola e del democristiano Guido Gonella.
Quello risolutivo fu il sedicesimo: le due maggiori forze conversero su una figura stimata in maniera trasversale, protagonista della guerra di resistenza e già eletto due volte alla Presidenza della Camera: Sandro Pertini divenne così il settimo Presidente della Repubblica Italiana, con 832 preferenze su complessivi 995 votanti (record di consensi tuttora incontrastato). Subentrò al dimissionario Giovanni Leone, colpito dallo scandalo Lockheed.
Il suo settennato, iniziato in una fase drammatica della storia repubblicana - appena un mese dopo l’assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse -, sarà caratterizzato da avvenimenti importanti come l’elezione di papa Giovanni Paolo II e il terremoto dell’Irpinia. Fu un Presidente particolarmente amato: l’opinione pubblica vide in lui una figura carismatica e di specchiata moralità, in grado di accrescere la fiducia della gente nelle istituzioni. Con lui la Presidenza della Repubblica diventò un simbolo di unità del paese, tramandando ai suoi successori un modello universale di onestà e di alto profilo istituzionale.
Quello risolutivo fu il sedicesimo: le due maggiori forze conversero su una figura stimata in maniera trasversale, protagonista della guerra di resistenza e già eletto due volte alla Presidenza della Camera: Sandro Pertini divenne così il settimo Presidente della Repubblica Italiana, con 832 preferenze su complessivi 995 votanti (record di consensi tuttora incontrastato). Subentrò al dimissionario Giovanni Leone, colpito dallo scandalo Lockheed.
Il suo settennato, iniziato in una fase drammatica della storia repubblicana - appena un mese dopo l’assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse -, sarà caratterizzato da avvenimenti importanti come l’elezione di papa Giovanni Paolo II e il terremoto dell’Irpinia. Fu un Presidente particolarmente amato: l’opinione pubblica vide in lui una figura carismatica e di specchiata moralità, in grado di accrescere la fiducia della gente nelle istituzioni. Con lui la Presidenza della Repubblica diventò un simbolo di unità del paese, tramandando ai suoi successori un modello universale di onestà e di alto profilo istituzionale.
Riproduzione riservata ©