È sempre difficile, e molto probabilmente inutile, fare classifiche su cui sia il migliore in ogni ambito artistico. Di certo Lucio Battisti, scomparso il 9 settembre 1998, è stato riferimento imprescindibile per ogni generazione di cantanti. Le sue canzoni, continuamente reinterpretate da illustri colleghi di ieri e di oggi, continuano a regalare sempre le stesse "emozioni".
Nato a Poggio Bustone, in provincia di Rieti, e morto a Milano, da autodidatta scoprì le infinite possibilità della chitarra, contaminando il pop nazionale con la musica nera e il rock d'oltreoceano. Dopo le prime apparizioni con la band "I campioni", incontrò il paroliere Giulio Repetti, in arte Mogol, e con lui iniziò un lungo sodalizio, il più prolifico – e questo è un dato - nella storia della musica italiana.
Al successo di "Balla linda" del 1968 ne seguirono tanti altri, da "Non è Francesca" a "Emozioni", da “Acqua azzurra acqua chiara” (che vinse il Festivalbar) a "La canzone del sole", che per oltre un decennio lo proiettarono ai vertici delle classifiche. Di contro il suo essere in anticipo sui tempi e alla continua ricerca di innovazioni, unito alla personalità schiva e libera, lo rese oggetto di critiche e illazioni ingenerose, spingendolo a disertare le apparizioni in pubblico e sui media.
L'ultima fase artistica, dopo la separazione da Mogol, fu segnata dalla collaborazione con il poeta Pasquale Panella, la cui poetica ermetica influenzò album come "Don Giovanni" ed "Hegel", non toccati dallo stesso successo dei precedenti. Probabilmente una produzione troppo “avanti” per i più.
Nato a Poggio Bustone, in provincia di Rieti, e morto a Milano, da autodidatta scoprì le infinite possibilità della chitarra, contaminando il pop nazionale con la musica nera e il rock d'oltreoceano. Dopo le prime apparizioni con la band "I campioni", incontrò il paroliere Giulio Repetti, in arte Mogol, e con lui iniziò un lungo sodalizio, il più prolifico – e questo è un dato - nella storia della musica italiana.
Al successo di "Balla linda" del 1968 ne seguirono tanti altri, da "Non è Francesca" a "Emozioni", da “Acqua azzurra acqua chiara” (che vinse il Festivalbar) a "La canzone del sole", che per oltre un decennio lo proiettarono ai vertici delle classifiche. Di contro il suo essere in anticipo sui tempi e alla continua ricerca di innovazioni, unito alla personalità schiva e libera, lo rese oggetto di critiche e illazioni ingenerose, spingendolo a disertare le apparizioni in pubblico e sui media.
L'ultima fase artistica, dopo la separazione da Mogol, fu segnata dalla collaborazione con il poeta Pasquale Panella, la cui poetica ermetica influenzò album come "Don Giovanni" ed "Hegel", non toccati dallo stesso successo dei precedenti. Probabilmente una produzione troppo “avanti” per i più.
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