Federpesca e Confcooperative da una parte dall’altra a tirare la corda pesca sportiva e ambientalisti. Le tesi facilmente riassumibili: troppo tonno rosso cresciuto dal 2005 in modo esponenziale fino al 90% in più per le flotte basta ai tagli di cattura (aumento dei prelievi e quota annua in tonnellate oltre le 13.500 attuali confermate dalla Commissione Internazionale) mentre dall’altra il WWF vuole la moratoria lunga oltre il 2015 e gli sportivi auspicano più controlli sui pescatori professionisti e maggior libertà per chi cattura per hobby magari liberando la preda come tecnica più diffusa. Forti le critiche sulla volontà delle lobbies politiche e commerciali di far decadere certi divieti sull’utilizzo degli aerei e altre tecniche per localizzare i branchi, indiscriminatamente facendone scempio, magari aumentando i controlli in porto sul pescato sulla flottiglia.
La pesca ricreativa vuol essere più libera e ‘creativa’ mentre quella professionale più remunerativa.
Per ora vince il tonno rosso del nostro mare, specie simbolo in Adriatico, veloce e possente nuota dall’Atlantico fino a Rimini e Ravenna per riprodursi; quindi lasciamolo in pace ancora per un po’… solo così lo stock “red tuna” colmerà la penuria dei decenni passati, visti i nuovi consumi di crudo (sushi) anche in occidente, come avvenuto per il gigante “blue fin tuna” in oriente e americhe.
fz
La pesca ricreativa vuol essere più libera e ‘creativa’ mentre quella professionale più remunerativa.
Per ora vince il tonno rosso del nostro mare, specie simbolo in Adriatico, veloce e possente nuota dall’Atlantico fino a Rimini e Ravenna per riprodursi; quindi lasciamolo in pace ancora per un po’… solo così lo stock “red tuna” colmerà la penuria dei decenni passati, visti i nuovi consumi di crudo (sushi) anche in occidente, come avvenuto per il gigante “blue fin tuna” in oriente e americhe.
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