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Aboliti, in Italia, i costi di ricarica per i telefonini

5 mar 2007
Ragazza al telefono
Ragazza al telefono
Niente più balzello fisso di 5 euro su ogni ricarica. I consumatori pagheranno solo il traffico telefonico acquistato. E finora pare che tutto si svolga in maniera regolare, stando ai primi controlli effettuati dalle associazioni italiane dei consumatori. Ma la guardia resta alta sulle compagnie telefoniche per verificare che non si rifacciano aumentando le tariffe oppure non trovino qualche escamotage per aggirare la norma in vigore.
Tim, Vodafone e “3” Italia per ora non alzano i prezzi. Dito puntato invece su Wind che ha annunciato di voler mantenere i costi aggiuntivi per le carte prepagate sotto i 50 euro, a meno che non si passi ai nuovi piani tariffari predisposti per l’occasione. Immediata la richiesta di chiarimenti a Wind da parte dell’autorità sulla trasparenza delle tariffe, ma anche a Vodafone per ciò che riguarda il contributo sul trasferimento del credito residuo: l’operatore inglese chiede, infatti, un rimborso di 8 euro per restituire il residuo al cliente che per esempio voglia disattivare la SIM. La società telefonica sostiene che tale importo sia inferiore ai costi vivi sostenuti e coerente con il decreto Bersani.
Ciò che accade in Italia è ininfluente sul fronte sammarinese, almeno per chi si serve di TMS, unico gestore in territorio. Confermata dalla Telefonia Mobile Sammarinese l’impostazione in vigore dal 1999: quella cioè di non far pagare ricariche, continuando ad avvalersi della collaudata formula del contratto, “più corretta nei confronti dei consumatori” – spiega l’amministratore delegato, Giuseppe Della Balda. “La nostra forza – aggiunge – sono le tariffe più basse possibili per il mercato sammarinese: sotto i 5 euro non viene emessa nemmeno fattura e la nostra politica di riferimento resta comunque quella che chi più consuma, meno spende”.

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