Rispettare l'esito del referendum, ripubblicizzando il servizio idrico attraverso una istruttoria pubblica. Insomma no a colpi di mano, "i cittadini devono discutere e decidere". Lunedi' 2 febbraio quando a Rimini si discutera' dell'affidamento del servizio idrico durante la riunione del Consiglio territoriale di Atersir (Agenzia territoriale per i servizi idrici e i rifiuti) fuori dal palazzo della Provincia ci saranno in presidio i comitati "Acqua bene comune". L'affidamento nel riminese e' ormai scaduto da tempo con la gestione Hera in prorogatio. I Comitati chiedono in primo luogo che la riunione di lunedi' sia aperta al pubblico e di potere intervenire**. E poi di aprire un'istruttoria pubblica per "valutare tutte le diverse forme di affidamento del servizio idrico". Infine "che il mandato dei sindaci venga deciso dai rispettivi consigli comunali al termine dell'istruttoria pubblica". Massima contrarieta', insomma, all'ipotesi di procedere a un nuovo affidamento tramite gara ad evidenza pubblica che produrrebbe la sostanziale privatizzazione del servizio idrico. In favore di un "affidamento in House ad una Azienda speciale interamente dipendente dai Comuni del riminese". D'altronde, terminano i comitati, i riminesi avevano chiaramente espresso le loro intenzioni il 12 giugno del 2011 partecipando al referendum. Hanno votato in 153.174, il 61,4% degli aventi diritto, e il 96% di questi ha detto no alla privatizzazione dell'acqua e al profitto in bolletta.
(Dire)
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