E' una storia che sembra infinita, con colpi di scena e sentenze giudiziarie che si intrecciano e si contraddicono. Oggi è la Corte di Cassazione ad aggiungere un nuovo capitolo, annullando la decisione del tribunale riminese di sottoporre a sequestro i beni di 9 degli indagati nel fallimento di Aeradria: gli allora presidenti della Provincia, Fabbri e Vitali: della Camera di Commercio, Maggioli; della Fiera, Cagnoni; di Aeradria, Masini, insieme al suo vice, Vannucci; l'amministratore di Air, Giorgetti; l'ex sindaco Ravaioli e l'attuale primo cittadino, Gnassi. A darne notizia, è il legale di Vitali e Maggioli, l'avvocato Moreno Maresi. Di fatto Bologna sconfessa Rimini a cui rimanda gli incartamenti e rigetta anche il ricorso del Pubblico Ministero. Si aspetta di conoscere nel dettaglio le motivazioni dei giudici della sezione V°, che quasi sicuramente condizioneranno pesantemente il prosieguo dell'iter giudiziario. Già nel marzo scorso lo stesso tribunale riminese aveva ridimensionato l'importo dei beni sequestrati, portandolo dagli oltre 6 milioni di euro iniziali a 650 mila euro complessivi. Soddisfazione si legge nei commenti del sindaco, Andrea Gnassi e l'ex presidente della Provincia, Stefano Vitali che la definisce una gratificazione non solo dal punto di vista politico ma anche personale. Intanto, sugli ultimi sviluppi in merito al bando di assegnazione, intervengono da Roma i due parlamentari riminesi. L'onorevole Pizzolante si dice pienamente d'accordo con il presidente dell'Enac, Vito Riggio. “Se avesse fatto un bando con i paletti delle precedenti esperienze gestionali – dichiara - sarebbe stato accusato di averlo fatto per pochi soggetti oppure avremmo corso il rischio di vederlo andare deserto”. Pizzolante ringrazia il presidente Enac anche per la determinazione e il coraggio nel voler garantire la continuità operativa. “Non ringrazio invece – conclude - i tanti gufi che, consapevoli o inconsapevoli, lavorano contro l'Aeroporto e contro Rimini e Riccione”. Duro con numerosi esponenti della politica, è l'onorevole Tiziano Arlotti, che lancia accuse di meschinità e strumentalizzazione. Arlotti torna sul comunicato ferragostano dei commercianti sammarinesi, che tanto lo aveva fatto infuriare e si dice convinto che l'Italia debba chiedere spiegazioni “a qualche associazione e forse a qualche politico sammarinese”. “Anche su questi aspetti – conclude – c'è chi presto dovrà chiarire molte cose”.
SB
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