Una trappola, quella in cui sarebbe caduto – con una buona dose di ingenuità – il presidente dell'associazione Lombardia-Russia Gianluca Savoini, nell'incontro al Metropol di Mosca. E non tanto per i contenuti del colloquio, quanto per la formula; a partire dalla location: la lobby di un hotel, a 2 passi dalla sede dei servizi d'intelligence; un luogo presumibilmente zeppo di telecamere e microfoni. “Liturgia” talmente irrituale da risultare non credibile, secondo Igor Pellicciari: profondo conoscitore di cose russe; docente all'Ateneo di Urbino e alla prestigiosa Università Statale di Mosca per le Relazioni Internazionali. Quanto ai “mandanti”, un'ipotesi che si sta facendo strada, pare sia quella di un “regolamento di conti tra salviniani”: attratti dal prestigio che deriverebbe dall'essere considerati accreditati, al Cremlino, come rappresentanti del Vicepremier. Da un punto di vista di relazioni internazionali, invece, non sarebbe da escludersi – secondo Pellicciari - un intervento americano o russo; forse concordato. Una tema, quello dei rapporti con Mosca, di forte interesse anche a San Marino, dopo la storica visita di Lavrov. La Repubblica - afferma Pellicciari - ha un grandissimo asset: la sua neutralità millenaria.
"Affaire leghista" a Mosca: tutte le ipotesi su "mandanti" ed obiettivi della "trappola" in cui sarebbe caduto Savoini
Abbiamo sentito Igor Pellicciari: docente di relazioni internazionali all'Università di Urbino e alla prestigiosa MGIMO di Mosca. Un tema, quello delle relazioni con la Russia, di grande interesse anche a San Marino
22 lug 2019
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