Unione Donne Sammarinesi e Fondazione Marisa Bellisario si attivano per sottolineare il grave pericolo che stanno correndo le donne afghane dopo la presa di Kabul da parte dei Talebani che "stanno già facendo la lista delle donne nubili e quella delle donne scomode, attiviste ma anche solo studentesse e professioniste – scrive Uds -; le prime per darle come bottino di guerra ai soldati, le seconde per eliminarle, in quanto simbolo dell'emancipazione e della libertà femminile che i talebani aborrono”. “San Marino – rimarca l'associazione - ha un onorevole passato in cui si è sempre prodigata per gli indifesi” e chiede al Congresso di Stato di attivare corridoi umanitari con particolare attenzione alle donne afghane, che “rischiano la vita per il solo fatto di essere donne”.
Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario, si rivolge alle massime autorità italiane e internazionali per chiedere “che le donne afghane non siano abbandonate alla solitudine e al terrore in un Paese oramai fuori controllo e nel quale la componente femminile è da sempre considerata l'anello debole su cui infierire”. "Da cittadina sammarinese – continua Elisabetta Righi Iwaneiko, delegato della Fondazione in Repubblica - confido che anche il Governo della Repubblica di San Marino, si impegni per attivare corridoi umanitari con particolare attenzione alle donne e i bimbi afghani e possa concretizzare iniziative di solidarietà umana e sociale”.