Il tema è di assoluta rilevanza in questa fase; e interroga la politica, anche in ragione di una ormai diffusa sensibilità ambientale. Il Titano non fa eccezione, vista la recente approvazione di una Istanza d'Arengo per controlli più serrati contro l'utilizzo di prodotti chimici. La terra – sottolinea dal canto suo il Partito Socialista – è la base “per qualsiasi progetto sistemico”. In una nota attenzione anche a ciò che sta avvenendo ai quattro angoli del Continente; con un susseguirsi di blocchi stradali degli agricoltori.
Nel mirino le politiche UE, ritenute da chi è sceso in piazza penalizzanti, ideologiche. Da mesi covava il risentimento; nelle ultime settimane una crescita di intensità. Innesco della rivolta la Germania, già alle prese con una latente crisi economica ed ondate di scioperi. In Belgio dure contestazioni alla Ministra per l'Ambiente, mentre si minaccia un blocco totale della Capitale in vista del vertice straordinario dei leader dell'Unione. E poi la Francia. Per il neo-Premier Attal la prima grande crisi da affrontare, con richieste sempre più pressanti di misure di protezione, accompagnate da minacce di una progressiva paralisi del sistema viario.
Dito puntato contro l'agenda verde di Bruxelles e l'obiettivo “zero emissioni” entro il 2050. Standard e tempistiche – secondo i manifestanti – rischiano di mettere in ginocchio il settore.
In ogni Paese le istanze assumono declinazioni differenti; ma l'ostilità al Green Deal resta il tratto comune, insieme al malcontento per la concorrenza ucraina, visto l'afflusso di grano a basso costo. Trattori, allora, ai valichi di frontiera in Polonia e Romania.
Tema caldo, insomma, pure gli accordi di libero scambio con realtà extra-UE. La protesta si è infine allargata negli ultimi giorni all'Italia, con iniziative a macchia di leopardo che vanno progressivamente ad intensificarsi. Nuove manifestazioni, in giornata, in Sardegna, Liguria, Umbria, Lombardia, Toscana. Segnalate centinaia di trattori davanti al casello dell'Autostrada A/1 Valdichiana.