Perché mai un gruppo di genitori, di sabato pomeriggio ed in pieno novembre, si ritrova nei giardini della scuola materna di Borgo Maggiore? Semplice. Per senso civico e non solo. Questo è quello che a noi viene spontaneo rispondere dopo aver visto genitori e bambini, armati di rastrelli e sacchi neri, raccogliere il fogliame lasciato a terra per giorni lungo la strada alberata che porta alla scuola materna e nel giardino della stessa. La domanda che ci siamo posti è stata, naturalmente, perché mai questo compito lo abbiano svolto loro quando c'è del personale addetto a tale mansione.
La nostra risposta, purtroppo, è desolante. Nonostante mamme e bambini siano scivolati e caduti a causa del manto di foglie bagnate e lasciate a terra per giorni, e seppur i bimbi dalla struttura scolastica non escano perché è troppo pericoloso, ebbene nessuna figura preposta si è mossa ed anzi, dopo la fatica della pulizia, anche la beffa di dover smaltire quei sacchi. Ben vengano momenti di aggregazione, ma sarebbero stati sicuramente più esaltanti e costruttivi se non dovuti alla indubbia necessità ma ad un voler insegnare, Stato e cittadini assieme, il rispetto per la “cosa comune” alle future generazioni. La polemica sarebbe spicciola e futile, quello che a noi preme è esaltare un piccolo atto di civiltà e responsabilità a cui non siamo più abituati ma che in passato ha reso grande la nostra Repubblica: la speranza, sempre l’ultima a morire, è che la nostra classe dirigente rifletta su questo evento e si faccia un grosso esame di coscienza.
S8marino
La nostra risposta, purtroppo, è desolante. Nonostante mamme e bambini siano scivolati e caduti a causa del manto di foglie bagnate e lasciate a terra per giorni, e seppur i bimbi dalla struttura scolastica non escano perché è troppo pericoloso, ebbene nessuna figura preposta si è mossa ed anzi, dopo la fatica della pulizia, anche la beffa di dover smaltire quei sacchi. Ben vengano momenti di aggregazione, ma sarebbero stati sicuramente più esaltanti e costruttivi se non dovuti alla indubbia necessità ma ad un voler insegnare, Stato e cittadini assieme, il rispetto per la “cosa comune” alle future generazioni. La polemica sarebbe spicciola e futile, quello che a noi preme è esaltare un piccolo atto di civiltà e responsabilità a cui non siamo più abituati ma che in passato ha reso grande la nostra Repubblica: la speranza, sempre l’ultima a morire, è che la nostra classe dirigente rifletta su questo evento e si faccia un grosso esame di coscienza.
S8marino
Riproduzione riservata ©