Colpiscono l’8% dei bambini d’ età inferiore ai tre anni e il 2,5% degli adulti. Sono le allergie alimentari che nel mondo occidentale sono in costante aumento. A quest’aumento reale di forme allergiche, in parte imputabili anche all’introduzione in commercio di cibi sempre meno naturali, si affianca una diffusa tendenza ad attribuire all’azione di alcuni alimenti la causa di molti disturbi come l’obesità, la sindrome dell’intestino irritabile la fatica cronica, la cefalea o altri disturbi neuropsichiatri. Poco importa se non esiste nessuna documentazione scientifica di una relazione tra queste malattie e l’allergia intolleranza alimentare, la tendenza è crederci aiutati in questo anche da Internet dove è possibile navigare in migliaia di siti dove la diagnosi fai-da-te è a portata di mano. In realtà, come è emerso dalle lunghe relazioni presentate dagli specialisti presenti al Convegno, le allergie sono individuabili, trattabili e soprattutto prevedibili solo quando tutti gli alimenti vengono implicati e individuati nella malattia. Questo sì può ottenere solo attraverso una corretta ricerca e una corretta diagnosi clinica e strumentale. Potenzialmente tutti i cibi possono provocare allergie alimentari ma solo pochi e specifici alimenti determinano una reazione. Oggi la ricerca ha chiarito molti aspetti legati ai meccanismi con i quali si manifestano nell’uomo le allergie e ha definito i criteri per una corretta diagnosi clinica e successivi interventi. Inoltre a causa della contaminazione da parte dei cosiddetti allergeni occulti, introdotti soprattutto nelle confezioni industriali che non vengono menzionati in etichetta, si assiste ad un aumento di reazioni allergiche anche per alimenti cui il consumatore non risulta allergico. Necessaria quindi la massima attenzione perché l’allergia alimentare può provocare quadri clinici anche gravi.
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