Dilagano in tutta Italia i casi di contaminazione dell’acqua minerale. L’allarme è esteso dalle Alpi a Catania ed è ormai chiaro che esiste più di un acquabomber. (Resta l’ipotesi del folle e di suoi emulatori, ma prende anche corpo la possibilità di un’azione anarchico-eversiva contro le multinazionali dell’acqua). I casi riscontrati in Emilia Romagna, nelle province di Modena Parma e Reggio, fanno alzare la guardia anche alle forze di polizia del Titano. La Polizia Civile esegue dei controlli periodici sui generi alimentari: almeno due verifiche annuali all’atto della produzione ed una sui prodotti in vendita, verifiche per le quali è previsto un programma di intensificazione. Nel caso specifico delle bottiglie di acqua minerale è comunque impossibile fare controlli puntuali su ogni confezione in plastica. Il miglior controllore rimane il consumatore, principale garante della propria incolumità. Suo inoltre il contributo più prezioso e capillare per eventuali segnalazioni. I fori provocati dall’ago di una siringa sono spesso invisibili, e allora il consiglio è quello di rovesciare le confezioni e controllare eventuali perdite di acqua, oppure scuoterle e verificare un’eventuale persistenza di schiumosità. Utile anche un semplice esame visivo dello stato di limpidezza dell’acqua e assicurarsi sempre che non abbia strani odori. Se non si ravvisa nulla di sospetto è comunque consigliabile cominciare a berla con un piccolo sorso di assaggio.
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