527 esecuzioni in tutto il mondo. Emesse 2024 nuove sentenze di morte, mentre oltre 17mila persone sono in attesa di giudizio. Asia, Medio Oriente: qui si concentra la pratica. Colpiscono i numeri, ma soprattutto i reati per cui si manda a morte: contrabbando di droga, crimini economici, relazioni sessuali extraconiugali, persino blasfemia. 252 solo in Iran, tra cui 5 donne, per adulterio, e un minorenne. Indignano le modalità: giustiziati in pubblico. Questi sono i dati ufficiali per una mappa che non sarà mai completa: manca all’appello la Cina, che mantiene la segretezza sull’uso della pena capitale. Solo ipotesi, ma sarebbero migliaia i giustiziati. Ancora il caso Iran: almeno 300 esecuzioni capitali non ufficiali nel 2010, le associazioni umanitari di tutto il mondo denunciano le brutalità a Marshhad, nel carcere di Vakilabad. “Un mondo libero dalla pena di morte non solo è possibile, è inevitabile” dice Amnesty International, che segnala i passi avanti nella tutela del diritto alla vita: negli ultimi 10 anni, 30 paesi hanno abolito la condanna capitale; a livello internazionale, ben tre le risoluzioni approvate dall’ONU per la moratoria universale della pena di morte.
Annamaria Sirotti
Annamaria Sirotti
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