Amoris Laetitia è l'esortazione con cui Papa Francesco conclude il Sinodo sulla Famiglia. Il documento era molto atteso: ribadita la centralità della famiglia, basata sul matrimonio.
La famiglia è al centro dell'esortazione apostolica di Papa Francesco, “Amoris Laetitia”, che conclude il biennio sinodale: non a caso famiglia è la parola che ricorre maggiormente nelle oltre 200 pagine, ben 428 volte, anche più frequente della parola “Dio”.
Una famiglia certo non perfetta, sempre in cammino secondo il Pontefice, la cui forza risiede però “nella sua capacità di amare e di insegnare ad amare”. Nella sua esortazione il Papa cita teologi come San Tommaso, ma non mancano “autori profani”, li ha definiti il cardinal Baldisseri, come Martin Luther King, da cui cita: “La persona che ti odia di più, ha qualcosa di buono dentro di sè”.
L'unione stabile, la convivenza, dovrebbe essere accompagnata verso il sacramento del matrimonio, perché è sempre questa la forma prediletta dalla Chiesa.
Per quanto riguarda la notizia tanto attesa, l'apertura ai divorziati e l'accesso alla comunione, per Bergoglio va preso in esame caso per caso, “le situazioni cosiddette irregolari – ha sottolineato il cardinal Baldisseri – è necessario che i pastori le guardino in faccia una per una”.
“La logica dell'integrazione – gli ha fatto eco l'arcivescovo di Vienna, cardinale Schönborn – è la chiave del loro accompagnamento pastorale”.
Chiusura totale, invece, sulle unioni omosessuali. Anche se “ogni persona – scrive il Papa – indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto”, Bergoglio ha ricordato le parole dei Padri sinodali: “Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”.
Francesca Biliotti
La famiglia è al centro dell'esortazione apostolica di Papa Francesco, “Amoris Laetitia”, che conclude il biennio sinodale: non a caso famiglia è la parola che ricorre maggiormente nelle oltre 200 pagine, ben 428 volte, anche più frequente della parola “Dio”.
Una famiglia certo non perfetta, sempre in cammino secondo il Pontefice, la cui forza risiede però “nella sua capacità di amare e di insegnare ad amare”. Nella sua esortazione il Papa cita teologi come San Tommaso, ma non mancano “autori profani”, li ha definiti il cardinal Baldisseri, come Martin Luther King, da cui cita: “La persona che ti odia di più, ha qualcosa di buono dentro di sè”.
L'unione stabile, la convivenza, dovrebbe essere accompagnata verso il sacramento del matrimonio, perché è sempre questa la forma prediletta dalla Chiesa.
Per quanto riguarda la notizia tanto attesa, l'apertura ai divorziati e l'accesso alla comunione, per Bergoglio va preso in esame caso per caso, “le situazioni cosiddette irregolari – ha sottolineato il cardinal Baldisseri – è necessario che i pastori le guardino in faccia una per una”.
“La logica dell'integrazione – gli ha fatto eco l'arcivescovo di Vienna, cardinale Schönborn – è la chiave del loro accompagnamento pastorale”.
Chiusura totale, invece, sulle unioni omosessuali. Anche se “ogni persona – scrive il Papa – indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto”, Bergoglio ha ricordato le parole dei Padri sinodali: “Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”.
Francesca Biliotti
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