Ormai le notizie luttuose si susseguono a cadenza giornaliera. Sette morti annegati dall’inizio di questo luglio nerissimo. E se in passato episodi simili riguardavano per lo più persone anziane – colte spesso da malori una volta entrate in acqua -; la triste novità di quest’anno è proprio l’età di alcune delle vittime. Giovani uomini o ragazzi, che hanno commesso il tragico errore di prendere sottogamba i pericoli del mare. Non sapeva nuotare Niky Kwarteng: il 15enne ghanese, residente a Modena, affogato venerdì scorso a Igea Marina durante un bagno con gli amici; non sapeva nuotare Andrea Antonelli, 38enne di Cattolica trovato ormai privo di vita – ieri – a 70 metri dalla riva. Sono loro le ultime vittime di questa mattanza. E sempre l’imprudenza è stata una delle cause principali della morte del riminese Paolo Riccieri, che lo scorso 7 luglio aveva deciso di fare un bagno notturno – insieme ad altri amici – al largo di Misano Adriatico, dopo una serata di festa. Una congestione fulminea – probabilmente – all’origine della sua morte. La Capitaneria di Porto, da decenni, pubblica un decalogo per i bagnanti. Poche regole, semplici; come non fare il bagno se non in perfette condizioni fisiche e dopo almeno 3 ore dall’ultimo pasto; entrare in acqua gradualmente dopo una lunga esposizione al sole; non entrare in acqua quando è esposta la bandiera rossa.
Riproduzione riservata ©