Ancora un martedì, ancora celebrazioni a New York, fortemente volute dai familiari delle quasi tremila vittime degli attentati, anche se ora, dove sei anni fa sorgevano le torri gemelle, c’è un cantiere aperto. Il Sindaco Bloomberg non ha potuto impedire l’accesso a Ground Zero, ma la cerimonia scandita dai silenzi che ricordano gli schianti prima e la caduta delle torri poi, e dal lungo elenco delle 2 mila 750 vittime, si è svolta in un parco vicino. Nello stesso momento a Washington il presidente George Bush e il vice hanno osservato un minuto di silenzio. Lo stesso al Pentagono, dove l’inno nazionale accompagna le parole del Capo di Stato Maggiore e del Segretario di Stato alla Difesa. L’America non dimentica, e continuerà a perseguire i propri nemici. Il primo sulla lista, Osama Bin Laden, sul quale pende una taglia di 50 milioni di non ha voluto far mancare il proprio messaggio, solo in audio: parole per elogiare le gesta eccezionali di uno dei kamikaze dell’11 settembre, lanciando un appello ai giovani perché seguano le loro gesta.
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