Un mandato di cattura internazionale, per 15 anni di laatitanza. In Albania, nel 1997, aveva freddato a colpi di pistola due connazionali, fratelli, irrompendo nella loro abitazione. Kastrio Dervisci, 33 anni, aveva scelto l’Italia come rifugio, da clandestino. Fermato tre volte, a Roma nel ’99, a Sassari nel 2001, poi nel 2006 a Rimini. Ancora il crimine commesso in patria non era noto e venne solo accompagnato alla frontiera, ma dopo pochi mesi era di nuovo in Riviera. A Rimini era tuttora, con la moglie di 31 anni e il figlio di 10: una vita tranquilla e senza svaghi, solo lavoro – come piastrellista, ma in nero – e famiglia. Da due mesi il servizio di cooperazione internazionale ne aveva segnalato la presenza in Romagna e la Questura aveva avviato appostamenti. Ieri mattina, gli uomini della Mobile, coordinati da Nicola Vitale, lo hanno arrestato nella sua abitazione nei pressi di via Rimembranze, senza che opponesse resistenza. Alla stampa il questore Oreste Capocasa ha rivelato i dettagli dell’operazione che ha ricevuto il plauso del ministro degli interni albanesi. Proprio in patria, Dervisci era considerato il secondo latitante più ricercato. Oggi il processo per direttissima, e il giovane è ora a disposizione della corte d’appello di Bologna per l’estradizione.
Annamria Sitotti
Annamria Sitotti
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