L'Associazione San Marino Italia alza l'asticella, e dopo il rapporto con l'Italia affronta l'Accordo Ue. Lo fa con un esperto di Relazioni internazionali e Geopolitica come Michele Chiaruzzi, che in questi mesi è al fianco della Segreteria Esteri per spiegare cosa significa 'associarsi' all'Unione. Per "dissipare le incertezze", spiega la presidente Elisabetta Righi Iwanejko, "e contribuire al confronto in atto nel Paese".
Il primo ad aprire la riflessione, il Segretario all'Industria Fabio Righi: "Non posso pensare a una Repubblica esclusa dal continente europeo, ma al suo interno trovare la nostra dimensione". Anche dal politico l'invito a confrontarsi, per eliminare ogni dubbio.
Tocca poi a Denis Cecchetti, nel ruolo di vice presidente, nonché direttore dell'Agenzia di Sviluppo San Marino, lanciare il sasso nello stagno. "Imprescindibile un accordo speciale con l'Ue".
Svolta epocale. Perchè? Michele Chiaruzzi comincia da qui la sua relazione, declinando il significato anche storico di questo Accordo. Di fatto San Marino è già in Europa, dopo l'adozione di due pilastri fondamentali, come la moneta e l'eliminazione dei confini con l'area Schengen.
Ma all'atto storico di allineamento all'Europa deve seguire un atto politico, spiega il Docente di Relazioni internazionali, cioè un atto di volontà, che inevitabilmente genera un dibattito interno. "Come fa un percorso storico politico di tale impatto - spiega Chiaruzzzi - a non avere un corrispettivo negli atti politici?"
Entra poi nello specifico: "le 4 libertà; che non sono libertà per gli Stati, ma per le merci, i cittadini, i servizi e capitali". L' inevitabile conseguenza è che nel percorso di associazione ci sia anche una ridefinizione e condivisione della Sovranità. Così come una ridefinizione dello spazio politico ed economico.
Nessuna rete dei Piccoli Stati: li elenca uno ad uno, politicamente diversi e disallineati. Infine il riconoscimento per la Carta dei Diritti sammarinese: più di altre carte costituzionali, la grande aderenza con la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.
L'Ambasciatore Sergio Mercuri smette i panni di diplomatico per ricordare il suo periodo a Bruxelles, e il grande fermento, era il 1997, dei Paesi che volevano entrare nella Comunità Europea.