I missili della coalizione hanno colpito ad appena 2 chilometri dalla Piazza Verde di Tripoli: ritrovo storico delle manifestazioni pro-Gheddafi. Centrati gli edifici dell’emittente di Stato e la sede del Parlamento libico, già danneggiata da un raid 3 settimane fa. Nel frattempo gli insorti penetravano a Yafran: città a sud-ovest di Tripoli prima occupata dalle forze lealiste. “Il tempo di Gheddafi - ha detto il segretario generale della Nato Rasmussen - é ormai alla fine e la comunità internazionale deve cominciare a pensare al dopo Rais”. Situazione incandescente, intanto, in Siria. La TV di Stato ha riferito di 40 agenti delle forze di sicurezza uccisi, in un agguato a Jisr ash Shugur: cittadina nei pressi del confine con la Turchia, teatro - da venerdì – di manifestazioni contro le autorità di Damasco. “Tutto falso” – affermano alcuni attivisti -; sarebbero stati i militari di Assad a spargere il sangue. E poi le tensioni con Israele all’indomani della Giornata della Naksa. Damasco parla di 23, tra palestinesi e siriani, uccisi da soldati di Tel Aviv. "La realtà del terrorismo di Stato praticato da Israele – ha scritto l’agenzia ufficiale “Sana” - è stata svelata". Lo Stato Ebraico replica affermando che si tratta di cifre "esagerate" e accusa la Siria di aver innescato la tensione sul Golan, per distogliere la attenzione internazionale dalla repressione militare della rivolta in atto da mesi sul proprio territorio.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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