E’ tornata subito al lavoro nella sede della Lega Nazionale per la Democrazia, Aung San Suu Kyi, liberata sabato dopo sette anni di arresti domiciliari. Il suo partito non esiste più formalmente, dopo la decisione di boicottare le elezioni del 7 novembre. Ma il premio Nobel per la Pace, leader dell'opposizione democratica birmana non si arrende e continuerà a lottare per il futuro del suo paese. Vuole una "rivoluzione pacifica". "Non voglio vedere la caduta dei militari - ha detto Suu Kyi - voglio vedere i militari arrivare a livelli dignitosi di professionalità e vero patriottismo"."Penso che dobbiamo tentare di fare in modo che questo avvenga". E anche se, ha proseguito, "una rivoluzione di velluto suona una po' strana in un contesto di tipo militare", occorre fare in modo che si arrivi a una "rivoluzione non violenta”.
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