E’ l’avvocato Nicolini a spiegare perché Bruno Morri, Marino Muscioni e San Marino Bustours, rimaste nel Consorzio, hanno deciso di presentare ricorso al tribunale amministrativo contro la gara d’appalto indetta dall’Azienda dei servizi per affidare la gestione dei trasporti scolastici. Gara vinta dall’Ati, associazione temporanea di impresa.
Secondo l’avvocato e il Consorzio, che nei giorni scorsi aveva protestato pubblicamente per le vie della Repubblica, l’asta è da annullare per violazione di legge. “L’Azienda ha scelto la forma della licitazione privata – inizia Nicolini – ma il decreto 20 gennaio 2000 numero 10, che regola gli appalti, impone di giustificare tale scelta. Cosa che non è stata fatta. Lo stesso decreto prevede siano specificati i principi in forza dei quali l’asta viene assegnata, invece solo dopo l’apertura delle buste si sono saputi i criteri preferenziali. Inoltre la Carta dei diritti dice che tutti gli atti amministrativi della Pubblica amministrazione devono essere motivati. L’Azienda doveva spiegare perché ha assegnato l’asta ad un concorrente piuttosto che ad un altro, e ciò non è avvenuto”.
Altra violazione, secondo l’avvocato, è che quando sono previste spese ricorrenti, e l’Azienda si è impegnata con un contratto triennale, deve avere l’ok della Commissione di controllo della finanza pubblica, “ma l’Azienda – sottolinea Nicolini – non ha chiesto autorizzazione né prima né dopo, tant’è che la commissione ora ha chiesto di avere tutti i documenti”.
Il tribunale amministrativo ha tempo fino alla fine di gennaio per dare una risposta. Mentre l’Azienda dei servizi non ha mai voluto commentare la diatriba sorta tra autotrasportatori, l’Ati, che racchiude le 9 ditte uscite dal Consorzio, ha voluto sottolineare di aver posto la qualità e la flessibilità del servizio al primo posto e di aver garantito una copertura totale dei trasporti. “Noi ora siamo fermi – hanno concluso gli aderenti al Consorzio – i trasporti scolastici ci garantivano la sopravvivenza per i mesi invernali, e col solo trasporto turistico non sappiamo come e se tireremo avanti”.
Secondo l’avvocato e il Consorzio, che nei giorni scorsi aveva protestato pubblicamente per le vie della Repubblica, l’asta è da annullare per violazione di legge. “L’Azienda ha scelto la forma della licitazione privata – inizia Nicolini – ma il decreto 20 gennaio 2000 numero 10, che regola gli appalti, impone di giustificare tale scelta. Cosa che non è stata fatta. Lo stesso decreto prevede siano specificati i principi in forza dei quali l’asta viene assegnata, invece solo dopo l’apertura delle buste si sono saputi i criteri preferenziali. Inoltre la Carta dei diritti dice che tutti gli atti amministrativi della Pubblica amministrazione devono essere motivati. L’Azienda doveva spiegare perché ha assegnato l’asta ad un concorrente piuttosto che ad un altro, e ciò non è avvenuto”.
Altra violazione, secondo l’avvocato, è che quando sono previste spese ricorrenti, e l’Azienda si è impegnata con un contratto triennale, deve avere l’ok della Commissione di controllo della finanza pubblica, “ma l’Azienda – sottolinea Nicolini – non ha chiesto autorizzazione né prima né dopo, tant’è che la commissione ora ha chiesto di avere tutti i documenti”.
Il tribunale amministrativo ha tempo fino alla fine di gennaio per dare una risposta. Mentre l’Azienda dei servizi non ha mai voluto commentare la diatriba sorta tra autotrasportatori, l’Ati, che racchiude le 9 ditte uscite dal Consorzio, ha voluto sottolineare di aver posto la qualità e la flessibilità del servizio al primo posto e di aver garantito una copertura totale dei trasporti. “Noi ora siamo fermi – hanno concluso gli aderenti al Consorzio – i trasporti scolastici ci garantivano la sopravvivenza per i mesi invernali, e col solo trasporto turistico non sappiamo come e se tireremo avanti”.
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