40-50enni, dell’Europa dell’est, in prevalenza ucraine, con legami familiari in patria. E’ l’identikit delle assistenti per anziani, o più comunemente badanti, che hanno scelto San Marino per lavorare, offrendo un servizio diventato ormai strutturale per la nostra realtà. Al momento quelle in regola sono in media 400-450, riferisce la Federpensionati della CSdL, ma in realtà il loro numero è decisamente superiore, almeno il doppio. Difficile da quantificare con esattezza poiché tante esercitano da abusive, alimentando il triste fenomeno del lavoro nero. E pensare che per mantenere in regola una badante a San Marino non servono cifre da capogiro: 200 euro al mese, di cui 120 a carico della famiglia che assume; mentre per i restanti 80 euro contribuisce lo Stato. Il loro permesso di lavoro è di 10 mesi: così nei due che restano per completare l’anno solitamente tornano in patria. “In questo lasso di tempo, cioè 60 giorni, le famiglie però non possono sostituire la propria badante con un’altra lavoratrice già in regola - fa notare il Segretario Fups, Alberto Mino - e devono rivolgersi per forza a lavoratrici in nero, garantendo loro solo un’assicurazione del costo di 70-80 euro al mese. Un paradosso – conclude Mino – così si incoraggiano pratiche illecite. Le badanti sono una risorsa, ma il loro regolamento deve essere rivisto”.
Silvia Pelliccioni
Silvia Pelliccioni
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