Tre i colpi segnalati mercoledì. Sono stati visti a bordo di una motocicletta nera, di uno scooter – si parla di uno Scarabeo. Ma il mezzo non è poi così importante, essendo probabilmente rubato. Di loro si sa che sono rapidi e senza scrupoli. Tre, ieri, i colpi: a Gabicce Mare, Rimini e Riccione. Bottino totale: oltre 100mila euro. Pochi dubbi, anche tra le forze dell’ordine, sul fatto che si tratti sempre della stessa banda. O meglio “batteria” come si dice in gergo malavitoso. Un pugno di persone estremamente specializzate in un determinato tipo di reato. “Probabilmente sono campani” affermano dalla Questura. Secondo la Squadra mobile di Rimini agirebbero in Riviera da giugno. In quel periodo infatti è iniziata la catena di furti di orologi di valore e il trucco è quasi sempre lo stesso: provocare un danno all’autovettura, costringere il malcapitato a fermarsi per poi arraffare l’orologio prezioso. Mercoledì, ad un rappresentante di preziosi di Gradara, è stata rubata addirittura una valigetta di Rolex. Poco dopo la banda era a Rimini: hanno puntato un bellariese, che aveva appena mangiato. L’uomo, dopo pranzo, è ripartito a bordo della propria autovettura ma si è dovuto fermare perché una gomma era a terra – forata dai malviventi, s’intende. A questo punto è intervenuta la banda: a suon di schiaffi si sono fatti consegnare un Vacheron Constantin da 20mila euro. In serata erano a Riccione, in viale Dante. Vittima questa volta un facoltoso iraniano. Al polso un orologio da 35mila euro: richiamo irresistibile per i rapinatori, che probabilmente lo seguivano da tempo. In questo caso i malviventi sono fuggiti a bordo di uno scooter; i caschi integrali impediscono sistematicamente il riconoscimento. “Stiamo facendo il possibile – affermano dalla Questura – con controlli in posti particolarmente frequentati e appostamenti a tutte le ore, ma non è facile. Nel frattempo invitiamo a non ostentare troppo i propri gioielli e a fare attenzione all’uscita di bar e ristoranti chiamando le forze dell’ordine al minimo sospetto”.
Riproduzione riservata ©