"Il Magistrato sta vivendo questa situazione con grandissima angoscia. E' preoccupato anche per il fatto che i suoi figli possano subire una situazione di isolamento a causa di tutto questo". Così la giornalista Alessandra Ziniti, che ha raccontato per prima questa storia agghiacciante. Un bimbo di appena 9 anni, figlio di un PM, è costretto a vivere sotto scorta per le minacce di un boss di Cosa Nostra. Top secret, per ovvi motivi, l'identità dei protagonisti di questa vicenda assurda. Il mafioso inizialmente si era spacciato per collaboratore di giustizia; ma dal suo rifugio protetto avrebbe continuato a gestire traffici illeciti e a pianificare una faida. Il PM aveva scoperto tutto, rispedendolo dietro le sbarre. Affronto inaccettabile, per il criminale, che ha iniziato ad organizzare la vendetta. L'attentato – ha riferito un compagno di cella - sarebbe avvenuto comunque, senza curarsi di risparmiare la famiglia. Circostanze confermate - a quanto pare – anche da un altro collaboratore di giustizia, ritenuto attendibile, e da intercettazioni ambientali. L'ANM ha espresso “incondizionata solidarietà al collega ed ai suoi familiari”.
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