L'abbraccio tra Juncker e Farage, prima della sessione plenaria del Parlamento Europeo, non inganni. Iniziati i lavori, l'atmosfera si è fatta pesante, come testimoniato dallo scambio di battute al vetriolo proprio tra il Presidente della Commissione e il protagonista della campagna per il “leave”. “La democrazia è democrazia e dobbiamo rispettare il voto”, ha dichiarato Juncker. Poi, vedendo Farage applaudire, si è interrotto e si è rivolto a lui in modo duro: “è l’ultima volta – ha detto - che lei applaude qui”. Il leader dello UKIP non si è scomposto ed ha replicato tra fischi ed applausi: “è curioso - ha detto - quando sono venuto qui 17 anni fa, dicendo che volevo lanciare una campagna perché la Gran Bretagna lasciasse la Ue, mi avete riso tutti in faccia. Ora non ridete più, vero?”. I lavori dell'Europarlamento si sono comunque chiusi con una risoluzione – approvata a maggioranza – nella quale si chiede alla Gran Bretagna di attivare “immediatamente” la Brexit. Sulla stessa linea, più o meno, Angela Merkel. “No a trattative anche informali senza la notifica dell'articolo 50 – ha ammonito la Cancelliera al vertice UE tenutosi nel pomeriggio -. Ma la Gran Bretagna deve rimanere un Paese amico e partner anche nelle relazioni bilaterali”. Nel frattempo il Primo Ministro scozzese, Nicola Sturgeon, si dice “determinata a proteggere il posto della Scozia nell'Unione Europea”. Boccata d'ossigeno, infine, per le Borse. Dopo un venerdì catastrofico, e un lunedì di gravi perdite, giornata nettamente positiva per i Listini del Vecchio Continente. In recupero anche la sterlina. Secondo alcuni un semplice rimbalzo; per altri il segnale che – quantomeno per i mercati – la Brexit non è poi così terribile come era stato preannunciato
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