La questione giustizia continua a far vergare numerose pagine, per lo più digitali, anche fuori San Marino. Sono di oggi le dichiarazioni dei commissari della legge David Brunelli e Alberto Buriani e dell'ex dirigente del tribunale Guzzetta su repubblica.it che in un capitolo intitolato “Tutto in una notte” ricostruisce i motivi che hanno portato 9 giudici a parlare di "un'emergenza democratica". Tra le scelte del Consiglio giudiziario plenario del 24 luglio scorso, l'azzeramento – riporta il quotidiano – del pool di magistrati che ha indagato sul "Conto Mazzini" e la sostituzione del dirigente Giovanni Guzzetta.
"Quello che è successo è uno strappo alle regole dell’indipendenza della magistratura”, afferma il giudice d'appello David Brunelli. “Una decisione – rimarca - assunta da una maggioranza composta da politici, che ha azzerato un’esperienza di due anni, senza che nessuno abbia valutato nel merito”. E ricorda come il professor Guzzetta “aveva abbattuto l’arretrato, organizzato incontri con i magistrati italiani, creato dei pool per migliorare l’efficienza”. “Questo – conclude Brunelli - è un caso in cui la politica amministra la giustizia con criteri politici, ed è inaccettabile per uno Stato che vorrebbe far parte dell’Europa”.
Mentre Buriani spiega: "Penso che quando un magistrato si trova senza un lavoro da fare, è sintomatico della volontà di dimostrare che non serve più. Sì, l’inchiesta sul "Conto Mazzini" ha segnato molto la coscienza dei sammarinesi. Ma abbiamo ancora inchieste importanti che così vengono di fatto fermate". Se veramente le cose non cambiassero, "non ci sarebbe più una giustizia a San Marino". "Non mi do per vinto – afferma Buriani -. La nostra determinazione ci servirà a resistere e a garantire la speranza di una giustizia che altrimenti verrebbe meno definitivamente".
Giovanni Guzzetta si dice sereno “per due motivi”. “Questa decisione prescinde totalmente dal merito del mio lavoro. Nessuno, nonostante lo abbia chiesto, ha avuto il coraggio di valutarmi per quello che ho fatto. Secondo motivo: sono in compagnia della stragrande maggioranza dei magistrati, dei più qualificati: professori, studiosi, giuristi. Penso che sia una vicenda triste per San Marino, che rischia di minacciare la reputazione di un Paese che aspira ad associarsi all’Unione Europea".