Tanti piccoli fatti, all’apparenza minimi. Ragazzate le si può definire, o con un termine più forte, atti vandalici, forse intimidatori. Piccoli, dicevamo, ma che – se collegati tra loro – potrebbero disegnare qualcosa di diverso. Di certo non c’è nulla, se non che la Gendarmeria indaga su un universo giovanile che manifesta, di tanto in tanto, segnali di insofferenza. Uno – il più eclatante – la maxi rissa al Multieventi, la notte di capodanno. Uno contro l’altro, a fronteggiarsi, gruppi giovanili sammarinesi. Gli strascichi di quella notte sono sotto inchiesta giudiziaria. Il commissario Alberto Buriani ha sentito i protagonisti per identificare le responsabilità. Da qui a parlare di bande giovanili, di bullismo, il passo è forse azzardato, ma agli uomini del comandate Zechini, non sfuggono quei ragazzi, dai 16 ai 22 anni, che per rompere l’apatia esistenziale – sono i primi ad ammetterlo – decidono di fuggire in macchina davanti ad una pattuglia di Gendarmeria o Polizia Civile. “Una scarica di adrenalina – dicono – in una Repubblica dove non c’è nulla”. Non sono riconducibili a un castello, ma all’interno di questi gruppi, che scelgono bar o centri commerciali di giorno per ritrovarsi, qualche testa calda c’è, riconducibile a un capo. Piccoli fatti, segnali, che non vanno sottovalutati.
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