La storia è di ieri. Un arbitro di Lega Pro, Claudio Gavillucci, lavora per un bookmaker inglese; già dal 2008 si preoccupa, ogni anno, di far conoscere la posizione professionale alla sua Associazione. E che succede? Non riceve mai risposte. Quindi un tacito assenso. Quest’arbitro dirige 9 mesi fa Cremonese-Spezia finita nel calderone scandalo scommesse ed espelle l’ormai celebre portiere Paoloni. Quando il primo giugno scoppia il caos. Da le dimissioni dal bookmaker. Emersa la storia, ora Federcalcio e Aia, fanno sapere che per loro è tutto regolare. A questo punto una cosa è certa: Gavillucci non è colpevole di alcunché. E allora c’è da rimanere basiti. Associazione e Federazione avrebbero potuto ammettere la negligenza o il vuoto regolamentare. Promettere che non sarebbe più successo. E invece si scopre che un arbitro può essere dipendente di un agenzia di scommesse. Il calcio non ha bisogno di questo. Buon gusto e buon senso dove siete finiti?
Piero Arcide
Piero Arcide
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