Per evitare speculazioni e che in certi casi “le inesattezze passino per verità”, Cartiera Ciacci smentisce le accuse lanciate di recente da Democrazia in Movimento e affida ad una nota la propria verità su varie questioni. Sul contenzioso con l'Azienda dei Servizi, ad esempio, stimato in oltre 1,2 milioni di euro, l'azienda di Gualdicciolo fa sapere di aver già pagato 840mila euro come riteneva di dover corrispondere. La controversia riguarderebbe quindi i restanti 400.000 euro: eppure – è la considerazione della Cartiera - sembrerebbe agli occhi dell'opinione pubblica sembrerebbe non sia stato pagato alcunché a fronte del servizio ottenuto.
“La stessa inesattezza – aggiunge - la si riscontra nel capitolo gas: come noto la Cartiera Ciacci può acquistare gas metano sul mercato, ma pagando una tariffa per il vettoriamento (per il passaggio del gas cioè nelle tubazioni dello Stato), che nel bilancio aziendale – sottolineano - pesa per 150mila euro l’anno”. Sul fronte della riduzione dell'impatto ambientale la società rende noto di essere impegnata da tempo in un percorso di riqualificazione industriale: si colloca in tal senso l'impianto cogenerativo da 5 megawatt elettrici che Cartiera Ciacci sta progettando: l'energia autoprodotta – precisano - non sarà sufficiente, comunque, a soddisfare l'esigenza dell'impianto produttivo, quindi non corrisponde al vero che verrà ceduta energia elettrica, né a terzi, né allo Stato. Altro problema: la vicinanza alle abitazioni. E qui Cartiera Ciacci si dimostra lapidaria: “l'azienda opera in questo sito dagli anni '60 ed è evidente a tutti che le case siano arrivate dopo. Questo anche a causa di piani urbanistici poco lungimiranti, ma – mitiga infine - sono colpe che non possono ricadere né su chi ha acquistato quegli immobili, né su chi svolgeva un'attività produttiva prima che li costruissero”.
“La stessa inesattezza – aggiunge - la si riscontra nel capitolo gas: come noto la Cartiera Ciacci può acquistare gas metano sul mercato, ma pagando una tariffa per il vettoriamento (per il passaggio del gas cioè nelle tubazioni dello Stato), che nel bilancio aziendale – sottolineano - pesa per 150mila euro l’anno”. Sul fronte della riduzione dell'impatto ambientale la società rende noto di essere impegnata da tempo in un percorso di riqualificazione industriale: si colloca in tal senso l'impianto cogenerativo da 5 megawatt elettrici che Cartiera Ciacci sta progettando: l'energia autoprodotta – precisano - non sarà sufficiente, comunque, a soddisfare l'esigenza dell'impianto produttivo, quindi non corrisponde al vero che verrà ceduta energia elettrica, né a terzi, né allo Stato. Altro problema: la vicinanza alle abitazioni. E qui Cartiera Ciacci si dimostra lapidaria: “l'azienda opera in questo sito dagli anni '60 ed è evidente a tutti che le case siano arrivate dopo. Questo anche a causa di piani urbanistici poco lungimiranti, ma – mitiga infine - sono colpe che non possono ricadere né su chi ha acquistato quegli immobili, né su chi svolgeva un'attività produttiva prima che li costruissero”.
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