Sarebbero oltre 400 le cassette contenenti ossa riposte negli ambienti sottostanti la chiesa di Sant’Apollinare a Roma dove sono in corso le verifiche connesse con l'inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi. Molte di più, quindi, di quanto era emerso in un primo momento. "Sono assolutamente tranquillo, non ho nulla da nascondere". Così Monsignor Vergari, iscritto nel registro degli indagati – a quanto sembra - prima dell'apertura della tomba di Enrico De Pedis. L'iscrizione è legata ad una perquisizione presso il suo domicilio nel corso della quale è stato sequestrato un computer. Concorso nel sequestro di Emanuela Orlandi, l'ipotesi di reato che ha determinato il coinvolgimento dell'alto prelato nell'inchiesta giudiziaria. Vergari fu sentito, in qualità di persona informata sui fatti, nel 2009 dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Simona Maisto, titolari dell'inchiesta sulla sparizione della figlia del dipendente del Vaticano. In quell'occasione descrisse i motivi che avevano determinato la sepoltura di De Pedis a Sant'Apollinare.
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