In una lunga intervista rilasciata a San Marino Rtv Maxim Litvinenko, fratello 24enne della ex spia del Kgb, Aleksandr Litvinenko, morto a Londra per gli effetti del Polonio 210, dichiara di aver partecipato, come traduttore di fiducia del fratello, a diversi incontri con l'ex consulente della commissione Mitrokhin, Mario Scaramella. "Lui - dichiara Maxim Livtinenko, parlando di Scaramella - era della nostra parte. Ci ha sempre trattato bene. Però tutte le persone che mio fratello ha incontrato quel giorno (il 1° novembre, giorno dell'avvelenamento, ndr) sono sospette". Rispondendo ad una domanda, Maxim Livtinenko dichiara di non ricordare nessuna telecamera che riprendesse gli incontri tra il fratello e Scaramella. "Una volta - aggiunge - l'incontro è stato registrato, ma è stato breve. Una mezz'ora circa". "Non ricordo - precisa - se mio fratello ha consegnato a Scaramella nomi di italiani collegati al Kgb. Forse questo è avvenuto di recente". Aleksandr Livtinenko aveva accettato di collaborare, perchè - riferisce Maxim - "voleva che in occidente si sapesse cosa accadeva in Russia con Putin. Ma questo non è accaduto. Allora mio fratello ha pensato: perchè continuare a collaborare con Scaramella?". "Scaramella - prosegue Maxim Litvinenko - aveva promesso di farmi ottenere l'asilo politico in Italia. Ma, a distanza di due tre anni, la promessa non è stata mantenuta". Maxim Livtinenko era l'unico familiare in contatto diretto con l'ex spia del Kgb. Lavora come cuoco in un ristorante, in provincia di Ancona. Spera in futuro di poter rientrare in Russia, ma pensa che se lo facesse, attualmente, sarebbe in pericolo di vita.
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