Si avvicina la resa dei conti tra Madrid e Barcellona. A poche ore dal durissimo discorso del re Filippo VI che ha attaccato le ambizioni secessioniste della Catalogna, oggi sono arrivati, uno dopo l’altro, nuovi elementi di rottura. La Candidatura d’Unitat Popular (Cup), partito della sinistra indipendentista catalana, annuncia che alla plenaria del Parlament di Barcellona lunedì, si «proclamerà l’indipendenza e la Repubblica catalana». Il capo dei Mossos d’Esquadra, la polizia autonoma, Josep Lluis Trapero è indagato per sedizione e venerdì prossimo dovrà presentarsi nella capitale spagnola per essere interrogato. Intanto Madrid ha deciso di inviare a Barcellona l'esercito, «in appoggio logistico» alla Guardia civil e alla polizia nazionale.
Contro «il maggiore» l’accusa è grave: aver messo in pericolo la sicurezza degli agenti della Guardia Civil impegnati lo scorso 20 settembre in un’operazione che ha portato all’arresto di 14 funzionari della Generalitat catalana. L’ipotesi della magistrata è che i Mossos d’Esquadra non abbiano rispettato gli ordini che arrivavano, per poter evacuare il palazzo senza mettere a rischio la sicurezza dei colleghi. Indagati anche gli organizzatori di quella protesta, il presidente delle associazioni Assemblea Nazionale catalana, Jordi Sanchez e Omnium cultural, Jordi Cuixart, veri motori del processo indipendentisti.
Intanto il governo spagnolo sta valutando diverse opzioni per una risposta legale proporzionata a un’eventuale dichiarazione di indipendenza da parte del governo regionale catalano, mossa considerata illegale oltre ogni proporzione. Le misure evocate potrebbero arrivare all’attivazione dell’articolo 155 della costituzione spagnola, che dà carta bianca al governo per obbligare una comunità autonoma a rispettare la legge, fino a rimpiazzarne presidente e ministri.
Sembra esclusa l’ipotesi di una mediazione internazionale così come il dialogo con chi a loro parere «non rispetta lo stesso statuto di autonomia catalano». Dal governo si dicono anche «fiduciosi» che la Commissione europea sosterrà le posizioni di Madrid. Guerra anche sui giornali per le immagini della protesta: El Mundo: 'Taroccate'. La stampa catalana: 'Falso, parlano da sole'.
In collegamento Vittorio Emanuele Parsi, editorialista IlSole24ore
VA
Contro «il maggiore» l’accusa è grave: aver messo in pericolo la sicurezza degli agenti della Guardia Civil impegnati lo scorso 20 settembre in un’operazione che ha portato all’arresto di 14 funzionari della Generalitat catalana. L’ipotesi della magistrata è che i Mossos d’Esquadra non abbiano rispettato gli ordini che arrivavano, per poter evacuare il palazzo senza mettere a rischio la sicurezza dei colleghi. Indagati anche gli organizzatori di quella protesta, il presidente delle associazioni Assemblea Nazionale catalana, Jordi Sanchez e Omnium cultural, Jordi Cuixart, veri motori del processo indipendentisti.
Intanto il governo spagnolo sta valutando diverse opzioni per una risposta legale proporzionata a un’eventuale dichiarazione di indipendenza da parte del governo regionale catalano, mossa considerata illegale oltre ogni proporzione. Le misure evocate potrebbero arrivare all’attivazione dell’articolo 155 della costituzione spagnola, che dà carta bianca al governo per obbligare una comunità autonoma a rispettare la legge, fino a rimpiazzarne presidente e ministri.
Sembra esclusa l’ipotesi di una mediazione internazionale così come il dialogo con chi a loro parere «non rispetta lo stesso statuto di autonomia catalano». Dal governo si dicono anche «fiduciosi» che la Commissione europea sosterrà le posizioni di Madrid. Guerra anche sui giornali per le immagini della protesta: El Mundo: 'Taroccate'. La stampa catalana: 'Falso, parlano da sole'.
In collegamento Vittorio Emanuele Parsi, editorialista IlSole24ore
VA
Riproduzione riservata ©