“Spero che non muoia. Per lui morire sarebbe un successo”. Così Francesco Giorgioni, il padre di Alessandro, l’appuntato dei carabinieri ucciso a Pereto di Sant’Agata Feltria da Luciano Liboni, ha accolto la notizia della cattura del killer. Liboni, detto il Lupo, è stato preso al Circo Massimo, a Roma, dopo un conflitto a fuoco. Le forze dell’ordine gli davano la caccia senza sosta, dal 22 luglio scorso, giorno dell’assassinio di Alessandro Giorgioni. Tre giorni dopo, a Roma, il Lupo è tornato a sparare sempre per sottrarsi ad un controllo di polizia. Nel curriculum di questo pericoloso pregiudicato c’è anche un tentato omicidio. E’ avvenuto il 3 luglio, alle porte della capitale italiana, sempre ai danni di un carabiniere. Oggi la cattura. Luciano Liboni, dopo avere sparato alcuni colpi di arma da fuoco contro i carabinieri, ha tentato di fuggire verso la stazione della metropolitana prendendo in ostaggio una donna e puntadole una pistola alla tempia. Il tentativo è però stato bloccato immediatamente dai carabinieri che lo hanno circondato. Il Lupo non si è arreso subito e ha continuato la fuga a piedi lasciando l’ostaggio. Colpito, dopo un nuovo conflitto a fuoco, Liboni è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale San Giovanni. E’ stata fatta giustizia commentano i carabinieri di Pesaro che hanno salutato la notizia con doppia soddisfazione perché il killer di Giorgioni è stato assicurato alla giustizia proprio dai militari dell’Arma, rendendo così onore al loro caduto.
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