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Il Centro Pio Manzù propone "Le ragioni della povertà"

17 ott 2008
La presentazione
La presentazione
Un miliardo e duecento milioni di persone nel mondo vivono con meno di 1 dollaro al giorno, 852 milioni sono denutriti cronici, 5 milioni di bambini muoiono ogni anno per malnutrizione. Dati emblematici di una situazione insostenibile e che ancora una volta ripropongono l’esigenza di superare le disparità nella distribuzione delle ricchezze.
Il Pio Manzù dedica la prima conferenza del 2008 proprio alla sfida lanciata dall’Onu all’inizio del nuovo millennio: quella cioè di dimezzare la povertà nel mondo entro il 2015. Innanzitutto, col destinare le risorse necessarie agli aiuti internazionali, assegnando lo 0,7% del Prodotto Interno Lordo alla cooperazione e allo sviluppo. Un compito arduo ora più che mai, considerata l’attuale congiuntura. “Una crisi non solo economica ma anche storica perché ha sancito la fine del capitalismo finanziario” sottolinea il presidente del Centro Europa Ricerche, Giorgio Ruffolo nella sua relazione introduttiva. “Nonostante i buoni propositi delle Nazioni Unite, le prospettive che i Paesi subsahariani possano migliorare la loro situazione socio-economica sono veramente deboli – fa poi notare Hanifa Mezoui, responsabile Onu per le organizzazioni non governative – ma i contributi degli Stati sviluppati restano la risposta più efficace ai loro problemi, attraverso azioni mirate a garanzia di una sicurezza alimentare a lungo termine”.
Per Riccardo Petrella, fondatore del Comitato Mondiale dell’Acqua, occorre gettare le basi per l’alternativa al capitalismo per fronteggiare la povertà. “Una buona economia – dice – è quella fondata su beni comuni e servizi a disposizione di tutti”. Lancia infine una proposta: “Dichiarare illegale la povertà. Nel XXI° secolo, un dovere morale”.

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