Il loro regalo di Natale sarà rivedere la luce. Una discesa agli inferi quella dei 33 minatori cileni intrappolati nel ventre buio di una miniera. Il crollo di una galleria, avvenuto 18 giorni fa, aveva fatto temere il peggio. Ora è certo: stanno tutti bene. Ma tornare alla vita non sarà facile. Ci vorranno almeno tre mesi per liberarli. A 700 metri di profondità il tempo si dilata nel lento ticchettio di giornate sempre uguali. Dopo aver accettato il duro lavoro in miniera per mantenere la famiglia, ora per sopravvivere dipendono da altri. I soccorritori riescono a inviare acqua, cibo, medicinali ed ossigeno attraverso una sonda. Poi c’è l’aspetto psicologico da non sottovalutare, perché diventa difficile mantenere l’equilibrio quando 33 persone sono costrette a convivere in 50 metri per tre mesi, sottoterra. E non è tutto, probabilmente perderanno il lavoro. La società proprietaria della miniera rischia la bancarotta e quindi non potrà pagare gli stipendi e i versamenti per il servizio sanitario nazionale. Ma, forse, questa storia avrà un lieto fine. Un magnate cileno ha offerto 7.600 euro per ogni operaio che riuscirà a salvarsi. Gli assegni sono già stati consegnati alle loro famiglie. Il noto mecenate ha anche assicurato che cercherà di raccogliere un milione di dollari per ciascuno di loro affinché non debbano mai più lavorare. A Natale, per questi 33 uomini, la vita potrebbe ricominciare davvero.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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