Dopo un inverno climatologico piu' caldo di quasi mezzo grado, e con il 24% di pioggia in meno la penisola è a secco e la natura è in tilt. E' quanto emerge da una analisi che la Coldiretti presenta in occasione dell'arrivo della primavera. Ad aggravare la situazione, si legge, è un marzo bollente e drammaticamente asciutto dopo febbraio che in Italia si è classificato al sesto posto tra gli anni più caldi dal 1800 con la colonnina di mercurio che ha segnato 2,11 gradi oltre la media del periodo di riferimento. Le alte temperature hanno anche provocato l'esplosione delle fioriture e una impennata delle allergie da polline. Alla bellezza del paesaggio fiorito "si contrappone però una preoccupante mancanza di acqua perche' la pioggia e le nevicate invernali- spiega la Coldiretti- sono determinanti per ricostruire le riserve idriche necessarie alle piante alla ripresa vegetativa primaverile per crescere e garantire i raccolti". Al Nord in Piemonte e in Emilia Romagna il volume complessivo delle risorse idriche disponibili è ai livelli minimi dal 2010. "Siamo di fronte- conclude Coldiretti- agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando con pesanti conseguenze sull'agricoltura italiana perchè si moltiplicano gli sfasamenti stagionali e gli eventi estremi con precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal maltempo al sereno. Siccità e bombe d'acqua, ma anche gelate estreme e picchi di calore anomali si alternano lungo l'anno e lungo tutta la Penisola sconvolgendo i normali cicli stagionali".
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