Una cena ad Albadriatica è stata l’inizio della spirale di estorsione. Un commerciante cinese è stato narcotizzato, rapinato e taglieggiato da sei connazionali. Un amico lo ha invitato circa due settimane fa a una cena che si è trasformata in un incubo. Dopo aver mangiato, l’uomo, sulla cinquantina, è stato narcotizzato e al suo risveglio gli altri sei con lui gli hanno chiesto 60mila euro dicendo che li aveva persi durante una partita di poker. La mano di carte non c’è mai stata. Il cinese aveva in tasc anche tremila euro. Scomparsi:
I sei lo hanno minacciato che se non avesse reso i soldi avrebbero fatto del male alla sua famiglia. Da lì la denuncia a fiume agli uomini della questura di Rimini. Sono iniziate cosi le indagini e delineata la trappola. I sei sono andati dal negoziante e, dopo lo scambio di denaro, ad aspettarli c’erano le forze dell’ordine. La banda è in carcere e sono indagati per rapina ed estorsione.
Perlopiù dai venti ai quarant'anni di età, le loro minacce si articolavano con frasi del tipo: "Vuoi morire per così pochi soldi?", oppure "Entro sette giorni vogliamo la somma totale del denaro o saranno guai seri per te e per tutta la tua famiglia". Una volta a casa del malcapitato, due di loro si sono recati all'interno dell'abitazione, mentre gli altri attendevano in macchina. La casa era sorvegliata con una telecamera dalla Squadra Mobile, che ha provveduto a bloccare la banda una volta fuori dall'appartamento con parte del malloppo. Una denuncia che abbatte il muro di omertà ed onore tipico della così detta "mafia cinese", e che lascia pensare alla moltitudine di situazioni simili accadute e non denunciate.
Valentina Antonioli
I sei lo hanno minacciato che se non avesse reso i soldi avrebbero fatto del male alla sua famiglia. Da lì la denuncia a fiume agli uomini della questura di Rimini. Sono iniziate cosi le indagini e delineata la trappola. I sei sono andati dal negoziante e, dopo lo scambio di denaro, ad aspettarli c’erano le forze dell’ordine. La banda è in carcere e sono indagati per rapina ed estorsione.
Perlopiù dai venti ai quarant'anni di età, le loro minacce si articolavano con frasi del tipo: "Vuoi morire per così pochi soldi?", oppure "Entro sette giorni vogliamo la somma totale del denaro o saranno guai seri per te e per tutta la tua famiglia". Una volta a casa del malcapitato, due di loro si sono recati all'interno dell'abitazione, mentre gli altri attendevano in macchina. La casa era sorvegliata con una telecamera dalla Squadra Mobile, che ha provveduto a bloccare la banda una volta fuori dall'appartamento con parte del malloppo. Una denuncia che abbatte il muro di omertà ed onore tipico della così detta "mafia cinese", e che lascia pensare alla moltitudine di situazioni simili accadute e non denunciate.
Valentina Antonioli
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