"Quelle ostetriche vanno fermate": è l'appello di Federica e Marco, genitori di Alessandro, bimbo nato morto durante un parto in casa, assistito da due professioniste. I fatti risalgono al novembre del 2022, ma ora i due stanno aspettando che il gip di Rimini decida sull'archiviazione dell'indagine a carico delle due professioniste.
Da quel 4 novembre di due anni fa stanno affrontando con l'aiuto dell'avvocato Piero Venturi un percorso legale per fare giustizia non solo "nel nome di Alessandro, ma perché nessun genitore possa più patire quello che abbiamo sofferto noi", dicono.
"Quando abbiamo capito che le cose non stavano andando come dovevano abbiamo chiesto di andare in ospedale e invece ci hanno dissuaso, è passato tempo e non hanno neanche chiamato l'ambulanza". A quanto pare, le due ostetriche avrebbero preso sotto gamba le indicazioni dei genitori più "preoccupate di postare le foto del mio travaglio sui social per farsi pubblicità", ricorda Federica. Quando arrivò in Pronto soccorso era già troppo tardi.
Ora i genitori si battono affinché la loro denuncia non venga archiviata, come invece ha chiesto il sostituto procuratore Annadomenica Gallucci, in forza di una perizia medico legale che non avrebbe accertato il nesso di causalità tra la condotta delle due professioniste e il decesso del neonato, dopo 30 ore di travaglio e un'infezione da streptococco non diagnosticata.
Spetta ora al gip Vinicio Cantarini sciogliere la riserva su un'ipotetica imputazione coatta nei confronti delle ostetriche per omicidio colposo.