E' scontro aperto: 15 fra i soci Fondatori del Comitato Paralimpico Sammarinese scrivono una lettera di fuoco alla Presidente Daniela Del Din, a loro dire artefice, assieme ai membri del Consiglio Direttivo, di due quadrienni paralimpici disastrosi sotto il profilo associativo, sportivo e reputazionale. L'accusano di “ingiustificata e incomprensibile latitanza”, di “darsi alla macchia dopo aver utilizzato le aspirazioni e i sogni sportivi delle persone con disabilità come arma di ricatto per risolvere le questioni aperte”.
Il riferimento è all'assenza di sammarinesi sia ai Giochi di Rio2016 che a Tokyo2020. Atleti che si erano preparati – ci spiegano – e che non hanno potuto partecipare per il veto della presidente. Servono interventi normativi e organizzativi di promozione e sostegno della pratica sportiva agonistica per le persone con disabilità, ma i problemi esistenti – scrivono - “si affrontano solo mettendo da parte interessi e rancori personali”. Un appello al dialogo, per trovare soluzioni e mediazioni condivise, “fondamentali – ribadiscono - per tutelare il diritto di tutti allo sport”.
Invitano quindi la Del Din a discutere immediatamente con le Autorità sammarinesi competenti, per dare una risposta sostenibile e responsabile. In caso contrario, le chiedono di rimettere il mandato, e minacciano di informare il Comitato Paralimpico Internazionale.
“Ci pensiamo noi a comunicare quello che succede agli organismi paralimpici internazionali”, rispondono a stretto giro Presidente e membri del Direttivo. Rivendicano di essere tutti attivi e presenti: stanno agendo da intermediari fra Comitato Paralimpico Internazionale ed Istituzioni, essendoci già in programma un incontro fra le parti. Parlano di “proclami senza cognizione di causa” e di “comunicati ridicoli volti unicamente a denigrare e ad offendere dei volontari”. “Tra l’altro in tutti questi anni – concludono - questi “soci fondatori” non li abbiamo mai visti, sono stati completamente silenti, ci chiediamo a questo punto chi abbia degli interessi e rancori personali”.
Un botta e risposta al vetriolo che non allenta le tensioni. “E' lo sport che ci interessa” - chiarisce uno dei firmatari. “Se i nostri atleti non partecipano alle competizioni internazionali significa che nel comitato paralimpico c'è qualcosa che non funziona”.