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Comitato promotore referendum chiarisce il quesito: "L'intento è la tutela della donna e della maternità"

10 giu 2021
Nel video l'intervista a Karen Pruccoli, Comitato promotore referendum depenalizzazione aborto.
Nel video l'intervista a Karen Pruccoli, Comitato promotore referendum depenalizzazione aborto.

Il Comitato promotore del referendum per la depenalizzazione dell'aborto, composto da aderenti all'Unione Donne Sammarinesi, fornisce chiarimenti sul quesito referendario, “dopo la diffusione nei giorni scorsi – spiegano – di informazioni non corrette da parte del Comitato contrario”. Per UDS l'intento e i principi alla base del quesito stesso sono già chiari: la prima parte del testo afferma l'autodeterminazione della donna in ambito riproduttivo; la seconda parte è relativa all'interruzione volontaria della gravidanza anche dopo le 12 settimane, senza dare alcun limite temporale ma indicando due casi limite: se vi sia pericolo di vita per la donna oppure vi siano anomalie e malformazioni del feto che comportino rischio per la salute fisica o psicologica della donna”.

“Dire che con il nostro quesito si possa abortire liberamente anche al nono mese, e comunque nel caso si tratterebbe di parto, presuppone malafede e una accusa di mancanza di rispetto per il nascituro che respingiamo. Siamo semmai per una maternità tutelata a 360 gradi, - aggiungono – nel pieno rispetto delle scelte individuali, e soprattutto contro la criminalizzazione della donna”. Gloria Giardi pone l'accento sulla sentenza dei Garanti che fissa con l'ammissione la legittimità del quesito, considerato pertanto "rispettoso dei diritti umani". “Le accuse rivolte dal Comitato contrario – osservano - ci hanno scioccato e indignato. Chiediamo verità e rispetto delle posizioni”.

Nel video l'intervista a Karen Pruccoli, Comitato promotore referendum depenalizzazione aborto. 





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