Condannati gli aggressori di un giovane, minorenne all’epoca dei fatti, che lo presero di mira nei pressi del Rose‘n’Bowl. Emersa anche una terza persona, che però non è mai stata individuata dagli inquirenti.
Un anno e sei mesi di prigionia a testa per Pasquale Sereno e Salvatore Bianchini, originari di Crotone ma residenti a Fratte di Sassofeltrio, condannati in contumacia per le lesioni volontarie causate ad un giovane di San Marino, oggi appena maggiorenne, aggredito nei pressi del Rose‘nBowl di Serravalle la sera del 4 novembre 2006. Una storia di gelosie tra minorenni, che erano stati entrambi fidanzati con la stessa ragazzina in due periodi diversi, si è tramutata in una aggressione premeditata. Sereno e Bianchini, rispettivamente padre e zio del minorenne di Fratte, erano infatti riusciti a contattare il giovane residente a San Marino, e si erano presentati al Rose‘nBowl dicendo che volevano solo parlargli. Uscito dal locale, il ragazzino è stato invece brutalmente aggredito. E stamane in aula è emerso chiaramente che gli adulti coinvolti erano tre, e non solo i due poi rinviati a giudizio. Ma il terzo non è mai stato identificato. In auto erano poi stati ritrovati anche due bastoni, non usati per il pestaggio, e il portafogli del Bianchini. Il giovane residente, che si è costituito parte civile, oggi difeso dall’avvocato Mirko Dolcini, ha detto in aula di aver temuto per la sua vita: ripetutamente picchiato in volto, ha riportato anche un danno biologico permanente. Il procuratore del fisco aveva chiesto un anno e tre mesi, ma il giudice Ceccarini è stato ancor più severo: un anno e sei mesi a testa, una provvisionale per il risarcimento del danno di 25.000 euro, col resto da quantificare in sede civile.
Condannato a sette mesi, sempre stamani, anche Alessandro Mancini, della provincia di Frosinone, autista di pullman, che nell’aprile 2006 aveva dato in escandescenze quando i turisti che trasportava si erano rifiutati di salire sul mezzo perché temevano che fosse ubriaco. Chiamati i gendarmi, Mancini aveva inveito anche contro di loro, tanto da alzare le mani. Tutta la scena era stata ripresa dalle telecamere di Rtv, così i fatti sono apparsi inequivocabili e l’uomo è stato condannato per offese e violenza a pubblico ufficiale.
Un anno e sei mesi di prigionia a testa per Pasquale Sereno e Salvatore Bianchini, originari di Crotone ma residenti a Fratte di Sassofeltrio, condannati in contumacia per le lesioni volontarie causate ad un giovane di San Marino, oggi appena maggiorenne, aggredito nei pressi del Rose‘nBowl di Serravalle la sera del 4 novembre 2006. Una storia di gelosie tra minorenni, che erano stati entrambi fidanzati con la stessa ragazzina in due periodi diversi, si è tramutata in una aggressione premeditata. Sereno e Bianchini, rispettivamente padre e zio del minorenne di Fratte, erano infatti riusciti a contattare il giovane residente a San Marino, e si erano presentati al Rose‘nBowl dicendo che volevano solo parlargli. Uscito dal locale, il ragazzino è stato invece brutalmente aggredito. E stamane in aula è emerso chiaramente che gli adulti coinvolti erano tre, e non solo i due poi rinviati a giudizio. Ma il terzo non è mai stato identificato. In auto erano poi stati ritrovati anche due bastoni, non usati per il pestaggio, e il portafogli del Bianchini. Il giovane residente, che si è costituito parte civile, oggi difeso dall’avvocato Mirko Dolcini, ha detto in aula di aver temuto per la sua vita: ripetutamente picchiato in volto, ha riportato anche un danno biologico permanente. Il procuratore del fisco aveva chiesto un anno e tre mesi, ma il giudice Ceccarini è stato ancor più severo: un anno e sei mesi a testa, una provvisionale per il risarcimento del danno di 25.000 euro, col resto da quantificare in sede civile.
Condannato a sette mesi, sempre stamani, anche Alessandro Mancini, della provincia di Frosinone, autista di pullman, che nell’aprile 2006 aveva dato in escandescenze quando i turisti che trasportava si erano rifiutati di salire sul mezzo perché temevano che fosse ubriaco. Chiamati i gendarmi, Mancini aveva inveito anche contro di loro, tanto da alzare le mani. Tutta la scena era stata ripresa dalle telecamere di Rtv, così i fatti sono apparsi inequivocabili e l’uomo è stato condannato per offese e violenza a pubblico ufficiale.
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